(di Achille Sammartano)
Durante questa quarantena la vera casa, quella dalla quale nessuno si è mai mosso neppure per andare a fare jogging, è stata il web. Luogo di storie quotidiane, vita domestica, noie inenarrabili e narcisismo prêt-à-porter, la rete ha fatto sentire tutti più vicini riflettendo, in realtà, una distanza abissale.
Abbarbicati sugli smartphone, bulimici di serie tv, affratellati con gli elettrodomestici, curiosi di ogni singolo movimento delle star del cinema, quello degli italiani a casa sembrava un grandissimo immenso quadro di arte pop. La tendenza è stata la vera ministra della contaminazione, non la fermi chiudendo la porta di casa, entra per vie alternative. Non si esce? si registra il boom delle vendite online di comodi abiti griffati.
Se questi mesi per alcuni hanno rappresentato un lungo momento di riflessione, per altri una dura battaglia da affrontare o un caloroso aiuto per i bisognosi, per moltissimi altri sono stati la consacrazione a domicilio della dipendenza dalla modernità.
Il marchio rappresenta questa società multiforme diversa nelle azioni ma simile nei consumi. Pop art, un’enorme opera provocatoria di pop art.