domenica, Novembre 17, 2024
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“Libera Rappresentanza”: L’associazione piange la dipartita di Salvatore La Vardera

A sessantacinque anni ho cambiato il cuore nel senso del muscolo.  Ma il cuore del pensiero, quello, non ha mai avuto bisogno di trapianti perché l’ho riempito sempre. Con che cosa? Con tutto l’amore possibile”. Con queste parole Salvatore La Vardera, nel 2011, si raccontava al mensile “I love Sicilia” per la rubrica “Carta d’identità”. E noi, oggi, vogliamo riportarle per commemorare la sua dipartita. 

A voler ricordare la sua scomparsa è l’associazione culturale “Libera Rappresentanza” di cui Salvatore, conosciuto dai più come Pesciolino, ne era uno dei dirigenti storici. Il presidente di LR, Girolamo Foti: “Sono particolarmente afflitto per la dipartita di Pesciolino. È stato una figura storica, non solo dell’associazione, ma di Palermo tutta. Era e sarà ancora, il re dei venditori ambulanti. Mi sarei, infatti, aspettato un riconoscimento dal Comune per Pesciolino. Lui sì che operava sul territorio, a differenza di tanti altri politici che sanno fare solo chiacchiere. Noi dei LR speriamo in un riconoscimento in suo onore, ad esempio intitolargli una via di uno mercati storici di Palermo. Noi ci impegneremo ad organizzare una petizione popolare, affinché questo venga realizzato.  Lui è un’istituzione, mi ha insegnato la cultura dei vicoli. Lui era un galantuomo. E tutti lo ricorderemo sempre come tale”. I cofondatori di LR, Girolamo FotiFrancesco DamascoGiovanni MenniStefan Nicolae e Romeo Rosolino dedicheranno, in suo onore, la storica sede dell’associazione presso il mercato “Il Capo” a Pesciolino.

Salvatore La Vardera, di mestiere faceva il venditore ambulante e spesso partecipava a delle fiere a Roma e a Palermo, durante le quali si dedicava alla vendita dei pesciolini rossi. Da qui il suo simpatico soprannome “Pesciolino”. Amava la sua terra che – come lui stesso afferma –  gli “ha dato la cultura che non dà la scuola, perché qua (Palermo) le pietre parlano una lingua che capiamo tutti e la vera cultura è quella dell’amore per il posto che ti ha fatto culla”, ed era un grande estimatore della cultura dei vicoli; infatti “e io, io che sarei senza i vicoli?”. Aveva particolarmente a cuore il mercato “La Vucciria”, per cui si è dedicato particolarmente durante il suo mandato di consigliere comunale, acquisito con 2mila voti, negli anni ’90. Anni difficili, in quanto caratterizzati dalla primavera di Palermo contro la mafia, in cui risuonano volti e nomi quali quello del giovane professore Orlando Leoluca, del giudice antimafia Caponetto, dei padri gesuiti Sorge e Pintacuda, dei vari Della Chiesa, Mancuso Letizia Battaglia e tanti altri di quella storica rivoluzione sociale. Un uomo che ha dato tanto al suo paese, un lavoratore caratterizzato da quell’affetto bonario e autentico che non si acquisisce né con le nozioni, né con il denaro. Un uomo che amava definirsi – dato un probabile trapianto – con due cuori: uno nuovo carico di sangue e uno antico carico di amore. Oggi quei due cuori non ci sono più, ma continueranno a far battere tutti i cuori di chi abita i suoi amati vicoli e di tutti coloro che gli volevano bene. 

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