Ha aperto i battenti a Gela uno tra i più grandi impianti pubblici di trattamento rifiuti della Sicilia. Una struttura ad alta tecnologia interamente finanziata dalla Regione Siciliana per un importo di circa 26 milioni di euro. I lavori sono durati meno di due anni e consentiranno, adesso, di trattare sessantamila tonnellate l’anno della frazione residuale della spazzatura.
L’inaugurazione è avvenuta stamane alla presenza del presidente della Regione, Nello Musumeci. Al taglio del nastro anche i sindaci dei Comuni che fanno parte della Srr “Caltanissetta sud”, con in testa il primo cittadino di Riesi Salvatore Chiantia, che presiede la Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti .
«La spazzatura in Sicilia – ha detto il governatore – non deve essere un problema, ma una risorsa. Questo di Gela è uno dei sette, otto impianti pubblici che il mio governo ha deciso di realizzare in Sicilia. E siccome alcune Srr non ne hanno ancora deciso la localizzazione, ho nominato un commissario ad acta per procedere in maniera esecutiva».
L’impianto di Trattamento meccanico biologico di contrada Timpazzo prevede una fase di ricezione e una successiva di pre-trattamento con triturazione, vagliatura, separazione balistica e ottica. Il tutto realizzato all’interno di un capannone prefabbricato mediante l’utilizzo di attrezzature fisse e mobili.
La fase, invece, della bio-stabilizzazione della sostanza organica separata dal resto dei rifiuti sarà realizzata in un capannone adiacente dove sono contenuti i biodigestori. L’impianto di trattamento meccanico biologico si trova in un’area di 37 mila metri quadrati suddivisa in due parti. La prima è quella dove avviene la selezione del rifiuto in ingresso, nella seconda invece la matrice organica proveniente dalla selezione del rifiuto viene trattata mediante procedimenti biologici per ottenere un materiale in uscita stabile dal punto di vista chimico e inodore.
Per l’assessore all’Energia e servizi di pubblica utilità Alberto Pierobon «questo impianto contribuirà a potenziare l’impiantistica necessaria alla chiusura del ciclo dei rifiuti in una fase in cui la differenziata continua a crescere e la frazione residua necessita comunque di essere pre-trattata in modo selettivo per evitare il più possibile mancati recuperi ovvero per diminuire il conferimento in discarica. La natura pubblica dell’impianto, che sarà gestito dall’Autorità d’ambito, contribuirà a riequilibrare l’incidenza pubblico-privato nel settore con benefici riflessi per tutti i cittadini».