Qualche anno fa l’Amministrazione Cristaldi dichiarò di voler creare una “città a misura di bambino”. Così molti cittadini hanno immaginato, legittimamente, la creazione di un parco giochi in ogni quartiere della Città. A qualche anno di distanza da quel pronunciamento la situazione reale appare abbastanza triste.
Pensiamo innanzitutto al parco giochi di via Potenza che si trova in stato di abbandono e di degrado. Nel settembre 2013 l’Amministrazione Cristaldi aveva nuovamente riaperto al pubblico il parco giochi chiuso da diversi mesi per danneggiamenti subiti da vandali.
Il Sindaco Cristaldi a seguito di un sopralluogo nello stesso parco giochi dichiarò: “abbiamo deciso anni fa di ripristinare il parco giochi di via Potenza investendo anche ingenti somme per tenerlo in piedi ma purtroppo il vandalismo volta per volta distrugge ciò che costruiamo.
E’ impossibile continuare in questo modo. Abbiamo quindi deciso di intervenire riconvertendo questo parco giochi. Gli attrezzi di questo parco giochi –spiegò allora il Sindaco – saranno smontati e sistemati nel parco giochi di San Vito.
Il parco giochi di via Potenza sarà pulito e rimarrà un’area per lo svago dei più piccoli ma sarà un’altra cosa.
Toglieremo gli attrezzi, che vengono costantemente rotti, ed al loro posto ci saranno dei campetti di calcio.
Una volta sistemati gli attrezzi, alcuni di essi andranno a potenziare il parco giochi del lungomare mentre altri –concluse Cristaldi- saranno collocati nel nuovo parco giochi che sorgerà nell’area retrostante lo stadio comunale al posto del vecchio e degradato mercato frutta che abbiamo finalmente chiuso”.
Ad oggi però il Parco giochi di via Potenza si trova in stato di abbandono, degrado e con diverse situazioni di potenziale pericolo.
E’ chiuso ma soggetto ai vandali; magari sarà riaperto nel corso di una campagna elettorale, d’altronde è stato così più volte dal 2006 anno della sua realizzazione (costata circa 150.000 alle casse comunali) quando era sindaco Giorgio Maccadino e si era in prossimità delle elezioni provinciali. Perché il Comune deve abbandonare l’idea di un parco giochi attrezzato in via Potenza togliendo la possibilità ai bambini più piccoli residenti nella zona di potere avere un parco giochi adeguato? Con questa nuova decisione l’Amministrazione in pratica si arrende alla possibilità di creare un parco giochi attrezzato per ogni quartiere? Pensiamo che sulla questione dovrebbe intervenire il consigliere Francesco Foggia che seppur all’opposizione riceve sempre attenzione, e disponibilità di mezzi tecnici e risorse umane, per lavori di manutenzione dello stesso quartiere di via Potenza, Mazara Due e Costiera, quartieri dove ha raccolto centinaia di consensi. Proprio sul parco giochi di via Potenza e per la creazione di un parco giochi a Mazara Due lo stesso Foggia ha presentato già un’interrogazione, guarda caso qualche giorno prima del primo turno delle elezioni Ammnistrative che videro lo stesso Foggia trionfare nei seggi di via Potenza e Mazara Due.
Serve uno sforzo per il parco giochi di via Potenza garantendo la custodia fissa, magari coinvolgendo pensionati e volontari, e lo stesso discorso vale per il parco giochi di via Miragliano anch›esso abbandonato a se stesso. Per non parlare della propagandata volontà di realizzare un parco giochi nell’area dell’ex scalo frutta alle spalle dello Stadio “Vaccara”; oggi quell’area è abbandonata al degrado e ai roditori considerati i numerosi cassonetti esterni della spazzatura.
Si spera, insomma, che uno di quei progetti tanto cari al primo cittadino mazarese, cioè la realizzazione di una “città a misura di bambino”, possa essere concretamente realizzato.
Qualora l›Amministrazione Cristaldi non fosse in grado di realizzare questo obiettivo sarebbe auspicabile che a prendere l›iniziativa fossero i diversi «club service» (dove vengono spesso decise le sorti politico-amministrative della Città) che operano in Città organizzando di tanto in tanto presunte manifestazioni «filantropiche» di chiaro scopo però autoreferenziale ed «aperte» sempre alle stesse persone (facoltose), una sorta di casta cittadini che si autocelebra, ignara spesso dei reali bisogni dei cittadini dei quartieri periferici.
Francesco Mezzapelle