Beni per circa 3 milioni di euro sono stati posti sotto sequestro anticipato ai fini della confisca al 48enne, pregiudicato marsalese, Pietro Centonze, ritenuto dagli inquirenti soggetto socialmente pericoloso.
Nella giornata di ieri, agenti di Polizia della Divisione Anticrimine della Questura, unitamente a Militari Guardia di Finanza di Trapani e della Compagnia dei Carabinieri di Marsala, hanno eseguito la misura restrittiva nei comuni di Marsala e Mazara del Vallo.
In particolare il provvedimento è stato disposto per 19 beni immobili, 7 beni mobili registrati, 4 imprese, 14 tra conti correnti e rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
Il Provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione su Proposta del Procuratore di Marsala e del Questore di Trapani, in quanto, secondo gli stessi, il Centonze sarebbe un soggetto socialmente pericoloso, in quanto fortemente indiziato di appartene a “Cosa Nostra” e specificatamente alla famiglia mafiosa di Marsala.
Centonze è stato tratto in arresto nel 2002 nell’ambito dell’operazione antimafia “Progetto Peronospera”, successivamente condannato due anni e sei mesi di reclusione per favoreggiamento aggravato e per aver favorito la latitanza dei boss mafiosi Amato.
La pericolosità del Centonze si è manifestata, con il coinvolgimento nell’omicidio dei due extracomunitari Alì Essid e di Rafik El Mabrouk, avvenuto il 3 Giugno 2015 a Marsala e per i quali è stato tratto in arresto e condannato, insieme al cugino, a venti anni di reclusione.