sabato, Novembre 16, 2024
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Maltrattavano anziani malati di Alzheimer, arrestate 3 donne

La Polizia di Stato di Ragusa ha arrestato tre donne per maltrattamenti ai danni di anziani, ospiti di una casa di riposo di Ragusa. La Procura della Repubblica di Ragusa, analizzate le “gratuite e inaudite violenze verbali e fisiche ai danni degli anziani”, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare nei confronti delle indagate. La Squadra Mobile, grazie ad una segnalazione, ha installato più telecamere e microspie per registrare le violenze fisiche e psicologiche ai danni dei poveri anziani. Gli ospiti chiedevano aiuto per ore prima di ricevere assistenza. Soprusi e dispetti per umiliare gli ospiti della casa di riposo. Le manette sono scattate nei confronti di L.D., 41 anni, M.A.R. 63 anni e F.D. 31 anni. Qualche mese fa era pervenuta alla Polizia di Stato una segnalazione dal grande senso civico, “in quanto erano stati notati dei comportamenti non corrispondenti all’obbligo di assistenza a favore di anziani all’interno di una casa di riposo; sentivano urlare nei confronti di alcuni malati, quindi si sono recati presso gli uffici della Squadra Mobile trovando immediatamente chi li ascoltava”.

Gli elementi iniziali erano pochi ma sufficienti a far partire l’indagine della Sezione Reati Contro la Persona della Squadra Mobile. Mesi di appostamenti, controlli, attività di osservazione, hanno permesso di raccogliere “inequivocabili fonti di prova a carico di tre assistenti sanitarie”. Le donne, senza alcun motivo, “deridevano gli anziani, li spintonavano, insultavano, umiliavano quotidianamente. Chi più e chi meno, anziché prendersi cura di soggetti vulnerabili facevano esattamente il contrario – dicono gli inquirenti – Gli investigatori della Squadra Mobile hanno faticato ad ascoltare le richieste di aiuto e di assistenza da parte degli anziani. In più occasioni chiedevano aiuto per tutta la notte senza ricevere assistenza. Una donna anziana malata di alzheimer voleva solo andare in bagno e per tutta risposta l’indomani mattina veniva insultata per aver disturbato il sonno di chi doveva assisterle; due delle indagate, commentando tra loro la notte appena trascorsa auguravano la morte della donna perché dava fastidio”.

Non appena il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la restrizione della libertà personale, le donne e gli uomini della Squadra Mobile sono andati a casa delle indagate e poi sul luogo di lavoro.

Alle 5 del mattino le tre indagate erano già insieme ai poliziotti che le hanno condotte presso gli uffici della Squadra Mobile dove la Polizia Scientifica ha effettuato il fotosegnalamento. Dopo le notifiche dei provvedimenti a loro carico, due delle indagate sono state sottoposte agli arresti domiciliari e la terza (a suo carico sono stati documentati meno episodi) è stata sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione in Questura, adesso tutte le mattine dovrà andare a firmare.

“La Polizia di Stato assicura alla giustizia tre donne per un gravissimo fatto reato ai danni di anziani indifesi, questo grazie alla partecipazione di cittadini dal grande senso civico che hanno segnalato tempestivamente ciò che accadeva all’interno della casa di riposo. Ancora una volta la sicurezza partecipata fornisce fondamentali elementi per poter individuare i responsabili di ignobili reati”, dice il dirigente della Squadra mobile, il vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, Antonino Ciavola.

“Animale”, “capra” ed ancora “mi fai schifo”, “puzzi come una bestia”, “sei pazza”, “scema, incrasciata (sporca ndr)”. Sono solo alcuni degli insulti registrati dagli investigatori . E ancora minacce: “cambiati o ti prendo a legnate”, “se non ti lavi ti prendo a schiaffi”, “muoviti che mi fai schifo o ti do uno schiaffo”, “io ti ammazzo”. Insieme agli insulti vi erano violenze, schiaffi, spinte, strattonamenti, umiliazioni, addirittura una delle indagate si sdraiava sopra un’ospite delle struttura per non farla alzare. “Eppure quegli anziani erano solo malati, alcuni anche di Alzheimer pertanto non capivano cosa facevano, erano come dei bambini”, dice il dirigente della Squadra mobile Antonino Ciavola che ha condotto l’inchiesta coordinata dalla Procura ragusana.

I comportamenti inumani sono stati tutti videoregistrati pertanto la Procura della Repubblica di Ragusa diretta da Fabio D’Anna, ha richiesto l’applicazione della misura cautelare a carico delle indagate.

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