La sensazione di disunione all’interno del PD ericino che si respirava prima dell’avvio delle primarie è stata confermata, se mai ce ne fosse stato bisogno, al momento dell’esito dello sfoglio. La vittoria di Daniela Toscano (1182 voti), vice sindaco di Erice, sostenuta dal sindaco Tranchida, pare abbia disgregato definitivamente il partito che, da due anni a questa parte, aveva accolto al suo interno il gruppo di riferimento del deputato regionale Paolo Ruggirello. Non sarebbe errato pensare, inoltre, che la vittoria di Daniela Toscano sia stata in realtà la vittoria di Giacomo Tranchida, una sorta di outsider all’interno del PD che, in tal modo, ha dato un’ulteriore prova della sua forza, veicolando parte dei suoi elettori del Movimento “Erice che Vogliamo” in direzione della Toscano. C’è da scommettere dunque che Tranchida farà pesare al gruppo dirigente ericino la vittoria del suo vice sindaco, proponendo, verosimilmente, le primarie di coalizione con Gianni Mauro, candidato sindaco di “Erice Che Vogliamo”, il movimento di riferimento elettorale del sindaco Tranchida. E se sarà lui a dettare le regole, le porte rimarranno chiuse ai Socialisti di Nino Oddo i cui rapporti con il sindaco non sono mai stai buoni.
L’impressione di molti è dunque quella che il Partito Democratico sia uscito male dalle primarie, per nulla rafforzato, semmai ulteriormente diviso e con la componente ruggirelliana pronta a lasciare. Lo ha fatto notare immediatamente l’on. Paolo Ruggirello che, pur non nascondendo l’amarezza per la sconfitta, ha chiesto al PD di riconoscere il contributo (957 voti) dato da Francesco Todaro alle primarie, e al sindaco Tranchida di chiedere scusa per i toni usati durante la campagna elettorale. “Abbiamo dato forza alle primarie ericine mettendo il miglior candidato in campo- ha sottolineato Ruggirello-. Abbiamo fatto una campagna elettorale contro tutto e contro tutti; contro le maldicenze del sindaco Tranchida, contro presunte logiche di affari loschi che dovevano gestire la cosa pubblica un domani. Siamo disposti- ha aggiunto- a dare il massimo contributo in un contesto dove siamo rispettati e ritenuti alla pari e dove siamo ben voluti all’interno del PD. Non siamo gli idioti sciocchi pronti a sedersi con persone che fino a ieri ci hanno definito ladri per portare avanti un progetto comune”. Ruggirello ha anche ipotizzato un ulteriore percorso che potrebbe nascere in vista delle amministrative. “Ci auguriamo che il percorso di “Erice che vogliamo” con l’architetto Mauro candidato a sindaco prosegua, altrimenti potrebbe nascere “Democratici per Erice”, lista civica che già in altre elezioni, come a Marsala e a Campobello, ha sostenuto il PD contribuendo alla vittoria”.
Al momento, né il PD né Tranchida sembrano affatto intenzionati a riconoscere alcunché o a chiedere scusa a Todaro. Il primo cittadino di Erice è poi tutt’altro che conciliante, anzi rincara la dose: “Devono essere loro a chiedere scusa, dato che si sono accompagnati per la campagna elettorale con personaggi noti alle cronache giudiziarie”. Insomma, se non è rottura definitiva poco ci manca!
Tranchida, negli anni, ha sempre alzato la voce con il PD ericino e non ci stupiremmo se continuasse a farlo anche in questi mesi. Forte del consenso ottenuto alle primarie da Daniela Toscano, tiene le fila della situazione imponendo ai democratici di non allearsi con il PSI; non si fa scrupoli di dire che i ruggirelliani conducono una politica “sporca”, facendo riferimento anche all’amicizia, mai negata, tra Todaro e Cettina Montalto, compagna di Luigi Manuguerra, che non si fa remore ad additare pubblicamente come “pluripregiudicato”.
Probabilmente, per Tranchida le primarie di coalizione potrebbero essere l’occasione per non scontentare, anzi per mettere pace all’interno del suo movimento civico che, nonostante abbia perso qualche pezzo qua e la, gli è ancora vicino e rivendica una sua legittimità.
Se le primarie di coalizione si arrivassero a disputare, non è escluso che vi possano partecipare altri Movimenti politici graditi al sindaco di Erice, con esponenti della cosiddetta società civile che potrebbero contribuire al miglioramento del programma elettorale. Professionisti, imprenditori che potrebbero dare una sferzata di novità alla politica con progetti e proposte nuove, condivise e condivisibili, che mettano in primo piano il cittadino e che riescano ad abbracciare in maniera trasversale l’elettorato.