lunedì, Novembre 18, 2024
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Al Teatro Massimo la prima di Idomeneo

Al Teatro Massimo di Palermo è andato in scena ieri 18 aprile per la prima volta Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart, finora presente a Palermo solo nel 1983 al Politeama. Lunghi e scroscianti applausi al termine dello spettacolo per Pier Luigi Pizzi, tornato a Palermo dopo diversi anni con questo spettacolo nato per il Teatro delle Muse di Ancona di cui firma regia, scene e costumi, per il giovane direttore israeliano Daniel Cohen, che al Teatro Massimo ha diretto A Midsummer Night’s Dream di Britten, e per il cast, che vedeva nei ruoli principali René Barbera, tenore che a Palermo è già stato protagonista ne La Cenerentola rossiniana e ne La traviata e che era al debutto come Idomeneo, la giapponese Aya Wakizono vocalmente e fisicamente immedesimata nel ruolo en travesti di Idamante, Carmela Remigio, dolcissima interprete della principessa troiana Ilia, di ritorno a Palermo dove ha fatto il suo debutto in teatro, ed Eleonora Buratto, affascinante Elettra in un audace abito viola. Con loro Giovanni Sala  nel ruolo del partecipe consigliere Arbace, Carlos Natale (Gran sacerdote) e Renzo Ran (La voce). Il Coro del Teatro Massimo era diretto dal maestro Piero Monti, regista collaboratore e light designer Massimo Gasparon, movimenti scenici curati da Deda Cristina Colonna.

Pier Luigi Pizzi per Idomeneo ha scelto un classicismo spoglio, dove il bianco della scena fa risaltare i costumi inizialmente neri – per il lutto dei prigionieri troiani, ma anche del popolo cretese che dapprima dispera di veder tornare il proprio re, poi è afflitto dal mostro marino – e poi man mano bianchi: in questo mondo in bianco e nero spiccano il vestito viola di Elettra e il manto rosso cupo di Idomeneo, i due personaggi straziati dalla gelosia e dal rimorso, che infatti si allontaneranno dal tripudio generale finale, l’uno in esilio, l’altra lanciandosi nel vuoto dopo aver espresso la propria disperazione nell’aria “D’Oreste, d’Ajace”. Il lieto fine è invece riservato ai personaggi che hanno saputo perdonare: Idamante, che si è offerto alla morte assolvendo il padre che lo sacrifica, e Ilia, che perdona a Idomeneo e a tutti i greci lo sterminio della sua famiglia e del suo popolo; e l’opera si conclude infatti con una grande invocazione all’amore.

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