Si profila un logorante braccio di ferro fra il sindaco di Lampedusa, Totò Martello e il ministro degli Interni, Matteo Salvini, intransigente leghista che ha fatto del “No agli sbarchi dei migranti ” il suo cavallo di battaglia.
E’ un copione già visto, come si usa dire in questi casi. La Nave Mare Jonio dell’Organizzazione Non Governativa Mediterranea ha salvato ieri 49 migranti in balia delle onde, in difficoltà e soccorsi non lontano dalle coste libiche. La Nave ONG si trova adesso al largo di Lampedusa ma il Viminale ha negato l’approdo. Questa scelta ha suscitato la dura reazione da parte del sindaco Totò Martello, il quale ha replicato al NO di Salvini in questo modo:
« La nave Mare Jonio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati». Matteo Salvini aveva annunciato il suo secco NO allo sbarco :
«non metterano mai piede sul suolo italiano. I porti erano e rimangono chiusi. I migranti possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto, ma in Italia con il mio permesso non mettono piede».
Scelta contestata dal sindaco Martello in quanto la Nave Jonio è battente bandiera italiana.
Da stamattina, all’alba, l’imbarcazione è alla fonda a un miglio e mezzo da Lampedusa, circondata da tre motovedette, due della Guardia di finanza e una della Guardia costiera. Alcuni militari della Guardia di Finanza sono saliti a bordo per prendere visione della documentazione di bordo e delle condizioni dei passeggeri. Anche il vicepremier Luigi Di Maio ha usato parole ferme in merito allo sbarco dei migranti a Lampedusa:
«Il governo è già al lavoro in queste ore. I salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa Ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole».
I migranti a bordo sarebbero stremati dal mare forza 7 e aleggerebbe fra loro un clima di tensione.
Ieri, lunedì 18 marzo, la Nave aveva chiesto alle autorità italiane un «porto sicuro», spiegando di avere «incrociato un gommone in avaria che stava affondando con una cinquantina di persone». Il capomissione di questa ONG è l’attivista politico Luca Casarini, tra i dirigenti del partito Sinistra italiana. «Stiamo facendo rotta verso Nord per evitare il maltempo», aveva detto Casarini, «ci dirigiamo verso l’Italia dove chiederemo il porto sicuro per sbarcare queste persone scappate dai campi di concentramento libici». «Non c’è stata alcuna tensione con la motovedetta libica, sono arrivati quando il nostro soccorso era già in corso», aveva aggiunto Casarini.
Matteo Salvini a SkyTg24 ha detto “La nave non entra in porto. Questo non è un salvataggio ma favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. O c’è l’autorità giudiziaria, che prescinde da me, che riterrà che questo non sia stato un soccorso, perché mi sembra evidente in base agli elementi certi e ad altri che sono oggetto di approfondimento che c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani, oppure il ministero dell’interno non indica nessun porto”.
E Di Maio: “Non sarà un nuovo caso Diciotti”. Dalla Mare Jonio a metà mattinata viene ottenuta l’evacuazione di un migrante ventiquattrenne del Gambia che ha una sospetta polmonite. E Casarini fa un appello: “Siamo a pochi metri da Lampedusa, sarebbe strano non attraccare qui”.
Ecco l’audio dello scontro tra i finanzieri e la nave con i migranti naufraghi: “Rimorchiatore Mare Ionio da pattugliatore guardia di finanza Paolini, vi intimiamo l’alt, fermate le macchine, arrestate i motori”. Risponde il capitano della Mare Jonio: “Non possiamo arrestare nessuna macchina, qui siamo in pericolo di vita comandante, ci sono tre metri di onda”. “Siamo in condizioni di pericolo di vita”, ripete.
“La nave Mare Jonio ha bandiera italiana e non si può tenere questa imbarcazione fuori da un porto italiano. Questo è il primo punto. Poi si pone un problema di sbarco di migranti. Qui deve intervenire la capitaneria di porto che deve salire a bordo e valutare”, dice Martello.
“Mi chiedo però – aggiunge il sindaco di Lampedusa – perchè il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza”.
Ma Salvini ha ribadito il suo secco no allo sbarco. “La nave non entra in porto, sarebbe un precedente pericoloso, rischieremmo di tornare ad alimentare quel business che rendeva più del traffico di droga e armi. Non sarò mai complice. Meno gente è costretta a partire, meno gente muore. Chi favoreggia l’immigrazione clandestina ha sulla coscienza il rischio di trasformare ancora il Mediterraneo in cimitero a cielo aperto”