L’evidente problema di convivenza creato dall’enorme flusso di clandestini in Europa che ha assunto proporzioni catastrofiche, sta creando molti problemi di coesistenza civile. E come spesso succede, partiti di sinistra spingono verso il baratro con le loro “ampie aperture” verso l’islam scontrandosi non solo con i popoli sempre più stanchi e preoccupati, ma anche con le stesse istituzioni che non gradiscono queste aperture che per certi aspetti possono essere pericolose.
E’ notizia di ieri che il presidente romeno Klaus Iohannis ha respinto la candidatura di Sevil Shhaideh, donna e musulmana di 52 anni, esponente della minoranza tartara e strettissima collaboratrice di Liviu Dragnea, segretario del partito socialista rumeno, il quale ha minacciato addirittura di sospendere il presidente della repubblica se questi non ritorna sui suoi passi.
Appare probabile che la scelta di Dragnea si stata una scelta di rottura, ovvero creare un caso visto che lui, per una condanna per frode fiscale non può assumere cariche ministeriali.
Insomma, quella che sembrerebbe a prima vista una questione di religione, sotto sotto, appare come una vera e propria guerra tra il leader del PSR e il presidente della Repubblica.