Lo scorso agosto, in piena bufera sul “caso Diciotti”, la consigliera comunale di Marsala Linda Licari, (leggi qui) aveva chiesto al presidente del consiglio comunale di Marsala Enzo Sturiano e al sindaco della città, Alberto Di Girolamo, di presentare una mozione di censura nei confronti del ministro Matteo Salvini contro “le politiche eversive”dello stesso ministro degli Interni in merito al comportamento adottato nei confronti dei migranti della nave Ubaldo Diciotti.
Ricordiamo al lettore che ai migranti ammassati sulla nave ancorata al largo delle coste siciliane fu impedito di scendere a per giorni. La vicenda si concluse il 26 agosto dopo un braccio di ferro fra il ministro Matteo Salvini e coloro i quali, invece, ritenevano disumano impedire a questi migranti di scendere dalla nave ed essere rifocillati. In quell’occasione, la Procura di Agrigento aprì un fascicolo a carico del ministro accusato di “sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale”. I 177 migranti vennero fatti scendere, come dicevamo, il 26 agosto al porto di Catania. La questione ha suscitato molte reazioni discordanti ed estreme. C’è stato chi ha parteggiato per il ministro e chi, come la consigliera Linda Licari, ha proposto una mozione di sfiducia all’interno del proprio consiglio comunale. Nella seduta del consiglio comunale di ieri, si è verificata una dimenticanza, ovvero non è stato inserito l’ordine del giorno che trattava proprio l’argomento Salvini e la sua conseguente proposta di sfiducia. E’ stato dunque aggiunto in extremis, dopo che, la stessa consigliera ha fatto notare la mancanza della “sua ” proposta che non è stata inserita nel dibattimento. Ricordiamo al lettore che in caso di approvazione, tale richiesta, andrebbe trasmessa al Parlamento nazionale ma la “pasionaria” Linda dimentica che la mozione proposta non è ricevibile, in pratica è fuffa, inutile atteggiamento “buonista” che non cambia lo stato delle cose e che non rispetta l’iter previsto dalle regole italiane. In pratica, un consigliere comunale o un intero consiglio comunale, non possono sfiduciare un ministro dato che la sede opportuna e prevista dalla legge è il Parlamento. Per avvalorare la sua proposta, la Licari dovrebbe rivolgersi (qualore ne avesse) ai suoi riferimenti politici presenti in Parlamento oppure, essere essa stessa un onorevole.
Attendiamo gli sviluppi di questa appassionante vicenda e speriamo che in Parlamento, giunta notizia di una simile proposta di mozione, tremino almeno un pò.
Tiziana Sferruggia