lunedì, Novembre 25, 2024
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De Luca (M5S). Nomina discutibilissima alla Centrale Unica di Committenza, Musumeci intervenga

«Durante la campagna elettorale Musumeci diceva di non sapere nulla sugli impresentabili presenti nelle liste a lui collegate, se non di averne avuto notizia dai giornali. Evidentemente questi giornali non li legge più, visto che troppe cose gli sfuggono, dalle nomine discutibilissime alla centrale unica di committenza, al mega debito del suo assessore Armao nei confronti della società che lui controlla».

È questo in sintesi il succo dell’intervento fatto ieri in aula dal deputato M5S all’Ars, Antonio De Luca che ha chiesto al presidente della Regione chiarimenti su alcune vicende su cui la Regione ha colpevolmente nicchiato.

Il deputato ha messo l’accento soprattutto sulla “discutibilissima” nomina per il componente tecnico della commissione di una delle gare più importanti della sanità del valore di 202 milioni di euro, affidata ad un sorteggio dell’Urega che ha premiato il ‘semplice’ geologo Domenico Pontillo, che secondo quanto rivela la stampa, sarebbe pure a processo a Messina.

La nomina non apparirebbe nemmeno in linea col codice degli appalti, che dice che la commissione deve essere composta da esperti nello specifico settore cui afferisce l’oggetto del contratto.

«Siamo al paradosso –   ha affermato De Luca -,   in Sicilia per fare il commesso occorrono  la  laurea e la fedina penale immacolata, ma per far parte di commissioni che assegnano appalti milionari basta un colpo di fortuna e venire sorteggiati. A questo punto mi chiedo quali provvedimenti voglia assumere il presidente Musumeci, insieme all’Assessore Razza e al governo tutto nei confronti dei vertici dell’Urega e della CUC».

De Luca è intervenuto pure sulla questione che riguarda l’assessore Armao.

«Anche su questa vicenda – ha detto De Luca –  il silenzio di Musumeci è assordante. Armao, secondo notizie di stampa, si troverebbe nella doppia veste di debitore-controllato e controllore di Riscossione Sicilia, la società che deve gestire il rientro del suo debito. Una situazione inaccettabile e sulla quale andrebbe fatta chiarezza in Parlamento».

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