Secondo gli investigatori, dopo la morte del “capo dei capi”, il boss di Corleone Totò Riina, deceduto lo scorso novembre, non ci sarebbe ancora un nuovo capo e la sua successione ancora incerta, potrebbe innescare sanguinosi atti di forza. Secondo gli analisti del fenomeno mafia, cosa nostra, non può rinunciare ad avere un capo. L’ultima Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, ha sottolineato che in questo periodo, “l’organizzazione continuerà verosimilmente ad essere caratterizzata da un organismo collegiale provvisorio”, costituito dai capi dei mandamenti urbani più forti e rappresentativi, con funzioni di consultazione e raccordo strategico”. Secondo la DIA, il successore naturale non è il castelvetranese Matteo Messina Denaro, troppo impegnato nella sua super latitanza. Nel corso degli anni, gli arresti di tanti boss, hanno indebolito cosa nostra e ci potrebbe essere una “lotta” interna messa in atto dai giovani e rampanti boss di mafia per affermare il loro potere. Questo potrebbe causare conflitti con i vecchi boss.