La nota inviata ai Comuni che non arrivano a fare almeno il 30% della differenziata, sa molto di ultimatum. Salvo Cocina, dirigente generale dei rifiuti, sostenuto dal presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha inviato un ultimo avviso a quei sindaci “indifferenti” alla differenziata e ha fatto sapere loro che se entro il 31 luglio non avranno firmato accordi con le 4 società titolate che hanno partecipato al bando per inviare i rifiuti in eccedenza fuori dalla regione, sia i sindaci che le loro giunte, decadranno, ovvero saranno rimossi forzatamente. Sono quattro le aziende che hanno le cosiddette carte in regola per trasportare i rifiuti siciliani fuori dall’Isola e che hanno risposto al bando diramato dalla Regione. Sono la Sicula Trasporti di Catania, la D’Angelo Vincenzo di Alcamo, la Tech Servizi di Floridia e la Pa Service di Bolzano. Oltre 200 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati dovrebbero superare lo Stretto, per una spesa aggiuntiva di 20 milioni solo per il 2018, a carico dei Comuni. Palermo, in questo caso, è nel mirino. Nel capoluogo la raccolta differenziata non sfiora il 30% e non è stata neanche avviata la procedura per incrementare questa percentuale.
In questi ultimi giorni si registra una vera e propria emergenza anche in provincia di Trapani. La discarica locale è andata in tilt così come il centro di compostaggio di Marsala della Sicilfert.
Dal 1° ottobre, comunque, ogni comune siciliano, non potrà portare nelle discariche più del 70 per cento dei rifiuti prodotti giornalmente e dunque, il restante 30 per cento, se non differenziato va inviato fuori Regione. Se un Comune fa il 15 per cento di differenziata, ad esempio, deve inviare all’estero il restante 15 per cento. Se questo non accadrà, Musumeci ,ad agosto, potrebbe avviare le revoca dei sindaci, a partire da Orlando.