Il summit catanese di ieri pomeriggio, fortemente voluto dal presidente della Sicilia Nello Musumeci che ha convocato i vertici degli aeroporti siciliani per discutere della situazione in cui versano e avanzare progetti per il futuro, è servito, di fatto, ad avviare l’iter per la realizzazione di due Enti di gestione, una che si dovrebbe occupare dei cosiddetti aeroporti della fascia orientale dell’isola, Catania, Comiso e Lampedusa, e una che gestirebbe gli scali ricadenti sulla zona occidentale ovvero Trapani Birgi, Palermo e Pantelleria appunto. Il presidente Musumeci ha anche invocato la privatizzazioni e ha preannunciato la “chiusura” delle casse regionali. Insomma, la regione non intende più finanziare gli aeroporti dopo che ha ricapitalizzato recentemente alcuni scali. Roma e Bruxelles, inoltre, dovrebbero estendere la cosiddetta “continuità territoriale”, che oggi esiste solo per Pantelleria e Lampedusa a tutta l’isola, cosa che garantirebbe tariffe più basse dei voli da e per i principali scali dell’Isola. La situazione di emergenza ad esempio dell’aeroporto di Birgi preoccupa non poco. Il taglio dei voli effettuato dalla compagnia aerea Ryanair sta avendo degli effetti negativi che si ripercuotono su tutto il territorio, basti pensare al calo drastico delle prenotazioni ad esempio dei Bed and Breakfast di tutta la provincia di Trapani.
A Comiso è prevista, per fine anno, una lieve riduzione dei passeggeri, dovrebbero passare dagli attuali 440 mila a 400 mila con perdite per 2,5 milioni di euro. Su Comiso lo scetticismo di Musumeci parla da solo: «Se un aeroporto ha meno di un milione di passeggeri l’anno, è costretto a vivere nella difficoltà quotidiana». Dunque non resta che una accorpamento con Fontanarossa. Al vertice erano presenti rappresentanti dell’ENAC, Vito Riggio e gli assessori regionali Gaetano Armao, Ruggero Razza, Sandro Pappalardo, Mimmo Turano, Marco Falcone e Toto Cordaro.
