“Quest’oggi la Sicilia si è svegliata con l’arresto di un ex amministratore palermitano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Ombre pesanti che riportano le lancette della politica indietro nel tempo verso momenti bui.
Purtroppo non si tratta di un episodio isolato. Commistioni disgutose col malaffare sono state al centro delle cronache nazionali anche a Bari e a Torino.
Un autentico rigurgito di mala politica che ritiene ancora oggi di poter scendere a patti con la parte peggiore della società per perseguire i propri obiettivi. L’antistato al servizio di chi dovrebbe servire le istituzioni con onorabilità e decoro nell’interesse della cittadinanza.
In questo quadro sconcertante, appare chiaro che il MoVImento 5 Stelle abbia a buon diritto affermato a gran voce che la legalità non può essere oggetto di mercimonio e che rappresenti un valore intangibile e sacro.
La politica abbia il coraggio di riformare se stessa, di fare pulizia morale e di scacciare con convinzione chiunque se ne serva per perseguire biecamente e senza scrupoli i propri scopi.
Le scelte di Giuseppe Conte a riguardo sono state chiare ed inequivocabili”.