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La città dei morti. Visita guidata alle Catacombe dei Cappuccini

Domenica 24 marzo  2024 alle 10: La città dei morti. Visita guidata alle Catacombe dei Cappuccini
Il tour illustrerà il celebre cimitero di gallerie sotterrane dei Frati Cappuccini di Palermo
Un immenso patrimonio antropologico per la notevole quantità di informazioni che conserva, sulla società antica palermitana

Catacombe dei Cappuccini, piazza Cappuccini 1, Palermo
Durata: due ore circa
Ticket:
 € 15 (include guida turistica, auricolari e ticket d’ingresso al sito)

Per partecipare alle visite è necessario acquistare i ticket in anticipo
Infoline:
 320.7672134 – 392.8888953 eventi@terradamare.org terradamare.org/visite-catacombe-dei-cappuccini

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Le Catacombe dei Cappuccini

Un sonetto antico del 1867 di Ferdinando Miraglia Termini, nel visitare il cimitero nei sotterranei contigui alla chiesa di Santa Maria della Pace, così si esprimeva, spinto anche da una forte compassione:  “Scendi, o fratel, non paventar la morte: Vieni ed impara a meditar la vita”.

La morte, il legame con gli antenati, i riti e i simboli legati a essa, i molteplici sentimenti che tale avvenimento innesca, sono elementi che da sempre hanno coinvolto l’esistenza umana. 

Tali riflessioni divengono protagoniste delle Catacombe dei Cappuccini, un luogo in cui vi sono diversi resti mummificati, donne, uomini, bambini, che rappresenta, contestualmente, un immenso patrimonio antropologico per la notevole quantità di informazioni sulla società antica palermitana. 

Il convento dei Cappuccini fu costruito nel 1534 circa, alla fine del XVI secolo la comunità creò un ipogeo, scavando un cimitero di gallerie sotterranee di forma rettangolare e dando vita a questo particolarissimo tipo di sepoltura che inizialmente fu riservato solo ai religiosi. Il primo frate mummificato e ad essere esposto fu Silvestri Gubbio, morto il 16 Ottobre 1599.

Successivamente, la cripta viene ampliata per far posto alle costanti richieste e, assumendo, così, le attuali dimensioni, divenendo luogo emblematico e significativo per l’inumazione per la classe clericale, nobili e cittadini di alto status sociale e  a tutti coloro che fossero in grado di permettersi i costi delle pratiche di imbalsamazione.

Nella città dei morti, possiamo incontrare due soldati dell’esercito borbonico, con le loro uniformi della metà dell’ottocento o donne con i loro abiti dell’epoca, cuffie, vestiti ricamati, scarpe, gonne variopinte e di diverse fattezze. C’è la cappella dei bambini e il corridoio delle famiglie, il corridoio dei professionisti in cui riposano pittori e persino uomini di teatro, personaggi divenuti noti come Antonio Prestigiacomo, che secondo la leggenda, chiese di avere l’applicazione delle protesi agli occhi per continuare a poter guardare le belle donne che gli venivano a far visita anche da morto. 

In una piccola teca, è presente Rosalia Lombardo, definita la mummia più bella del mondo, morta di polmonite all’età di due anni e posta nella Catacombe nel 1920. Il padre, devastato dal dolore, affidò il corpo al professor Alfredo Salafia, che attraverso una tecnica effettivamente efficace, riuscì a rendere immortale il corpo di colei che sembra una piccola bambina dormiente.

Dietro a questi corpi, in generale tutte queste mummie, c’è una lunga storia. Una sfida che parte da tempi lontanissimi, il tentativo di conservare il corpo a tutti i costi, anche oltre la morte stessa.

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