L’ecomuseo Mare Memoria Viva di Palermo compie dieci anni e si rinnova completamente negli allestimenti e negli exhibit, inoltre diventa accessibile grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche e all’inserimento di percorsi e dispositivi per persone cieche e persone sorde. Questo restyling e ripensamento totale è reso possibile grazie ad un investimento di 335mila euro finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU (PNRR).
L’ecomuseo MMV dall’anno scorso è gestito da un Partenariato Speciale Pubblico Privato (PSPP) di durata ventennale tra l’Area della Cultura del Comune di Palermo e l’associazione Mare Memoria Viva che ha in carico la valorizzazione dell’Ex Deposito delle Locomotive di Sant’Erasmo e della collezione ecomuseale. Attualmente le persone che lavorano all’ecomuseo sono circa cinquanta: cinque a tempo indeterminato, dieci a contratto di collaborazione coordinata e continuativa, otto a partita iva, circa quindici sono le persone impiegate su vari progetti attualmente attivi.
Dal 7 al 10 marzo l’ecomuseo della costa sud-est si presenta alla città completamente rinnovato grazie ad un nuovo concept e alla sua realizzazione resa possibile grazie a tante maestranze locali: artigiani, artisti, allestitori, che hanno lavorato per diversi mesi alla creazione di tutto il nuovo percorso. Saranno tre giorni di eventi tra workshop, laboratori, incontri con lo slogan “Non finisce mai qui la meraviglia”, ma soprattutto saranno tre giorni di festa per celebrare dieci anni di presidio culturale e di attivismo, dieci anni di lavoro costante per attribuire valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale e naturale e che, nel quadro di un’azione pubblica, sono stati valorizzati e trasmessi alle generazioni future.
Il lavoro dell’Ecomuseo urbano MMV si è trasformato in questi dieci anni, quando aprì i battenti, gli attivisti e operatori culturali coinvolti, avviarono un processo di ricerca-azione e mappatura di comunità, questa fase di esplorazione fu fondamentale per individuare persone chiave, storie e luoghi di riferimento nei diversi quartieri frontemare che un tempo erano borgate nate da comunità di pescatori o intorno a tonnare.
Da tutta questa azione nacque un archivio e il primo allestimento a cui si sono aggiunte negli anni le opere degli artisti in residenza e gli esiti di diversi laboratori di creazione con diverse comunità di abitanti.
La definizione di ecomuseo oggi è quella di un patto tra persone che decidono di prendersi cura di un luogo: “Siamo un museo comunitario – dice Cristina Alga, tra i fondatori – che promuove pratiche di cura e conoscenza della costa urbana del golfo di Palermo come ambiente interdipendente di esseri umani, vegetali, animali, architetture, luoghi, storie. Raccontiamo Palermo dal mare. All’inizio non è stato facile relazionarsi alla città, pativamo e forse in parte ancora adesso patiamo, il fatto di essere uno spazio ibrido, multidisciplinare, che fa molte cose diverse in una città diciamo abituata a istituzioni classiche invece molto “disciplinate” come biblioteche, musei, teatri, tutto diviso, al massimo c’è la caffetteria che serve a fare aggregazione sociale. Quindi noi quando abbiamo aperto, ma ancora oggi, siamo una cosa un po’ strana, siamo museo, spazio per festival e conferenze, laboratorio educativo, luogo di ricerca, archivio sul paesaggio e stiamo iniziando i lavori per avere un bar con cucina, un progetto culturale e uno spazio di aggregazione intergenerazionale gestito da un’impresa sociale”.
Il nuovo percorso ecomuseale, ha previsto dei lavori che sono stati accompagnati in alta sorveglianza dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Coerentemente con la vocazione di museo comunitario e territoriale, Mare Memoria Viva accompagna i visitatori di ogni età dentro e fuori l’ex deposito locomotive di Sant’Erasmo e muove simbolicamente dal mare verso la terra raccontando storie di abitanti delle borgate marinare, di operai dei cantieri navali, di famiglie e di lidi ma anche le storie del “sacco edilizio” del paesaggio trasformato per sempre dalla cementificazione, dell’ingiustizia ambientale e dell’attivismo per la rigenerazione del paesaggio. Un percorso di exhibit audiovisivi e passeggiate alla scoperta del giardino e della costa urbana.
Una sezione tutta nuova “Lasciami scorrere” è dedicata al fiume Oreto la cui foce si trova proprio all’ingresso del museo e di cui l’ecomuseo è diventato negli ultimi anni custode amorevole con azioni di cura, pulizia, laboratori e visite per le scuole insieme al Contratto di Fiume e di Costa dell’Oreto.
Gli interventi finanziati dal PNRR renderanno l’ecomuseo MMV il primo vero museo accessibile in modo innovativo in città, un percorso che nasce già multimediale e interattivo si è arricchito infatti di dispositivi di ausilio alla fruizione come audiodescrizioni, video in LIS, dispositivi tattili, esperienze sonore e un’applicazione dedicata alla fruizione di persone cieche e sorde scaricabile su cellulare o da richiedere alla reception realizzata da Sudtitles srl. Tutti i contenuti sono inoltre tradotti in lingua inglese.
Accessibilità per MMV non significa solo facilitare la fruizione delle persone con disabilità ma in generale creare situazioni di “Agio” che rimuovano le barriere che limitano la partecipazione delle persone nei luoghi della cultura, per questo altri interventi hanno riguardato la creazione di contenuti adatti a diverse tipologie di pubblici come bambini, anziani, persone con bassa scolarizzazione ma anche zone ombreggianti, sedute, messa in sicurezza degli spazi comuni,una hall biglietteria e bookshop dedicata alla meraviglia e realizzata insieme alle designer di dueRRuote.
“L’ecomuseo del mare è un esempio virtuoso di collaborazione tra amministrazione comunale e privato. – dice Giampiero Cannella, assessore alla Cultura del comune di Palermo – In questi dieci anni l’associazione Mare Memoria Viva che svolge la propria attività all’interno dell’ex deposito delle locomotive di Sant’Erasmo è diventata punto di riferimento per innumerevoli iniziative culturali e sociali in un quartiere particolarmente bisognoso di attenzione. Le innovazioni che vedono l’ecomuseo attrezzarsi per essere ancora più attrattivo inclusivo, sono la conferma di una preziosa e costante attenzione ai bisogni della città”.