È accaduto ancora, ed è accaduto nella nostra città, Catania.
Ancora una volta lo spazio pubblico non è stato un posto sicuro per le donne.
Una ragazza di 13 anni è stata bloccata e trascinata nei bagni pubblici della Villa Bellini da un gruppo di 7
ragazzi che l’ha più volte stuprata, di fronte al suo fidanzato immobilizzato ed inerme.
«Un altro caso di violenza collettiva su una donna, uno stupro che ha la medesima struttura di ogni violenza
maschile», dichiara Anna Agosta, presidente dell’Associazione Thamaia : «nulla di questa storia a che fare
con il sesso, ma ancora una volta con il POTERE, potere che gli uomini esercitano sulle donne».
Non sono animali, non sono mostri, non sono “un branco”, ma un gruppo di uomini, di giovanissimi uomini,
che ha imparato alla perfezione la cultura della prevaricazione, la cultura patriarcale, la cultura dello stupro
e l’ha esercitata su una donna, sul suo corpo reso un oggetto del quale disporre.
Mentre noi urliamo a gran voce, le donne, noi donne, continuiamo a subire. Ma proprio per questo non ci
fermeremo.
Come esperte, come attiviste impegnate da oltre venti anni nel contrasto della violenza maschile sulle
donne chiediamo che venga rispettata e tutelata la privacy della ragazza affinché venga scongiurato il
rischio di vittimizzazione secondaria che comporterebbe per lei un’ulteriore violenza ed un ulteriore
trauma.
«Ci rivolgiamo alle giornaliste e ai giornalisti», continua Anna Agosta «affinché venga data un’informazione
attenta, corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere e delle sue implicazioni culturali,
libera da stereotipi e pregiudizi».
Ci rivolgiamo alle istituzioni affinché questo ennesimo caso possa essere un ulteriore monito per attivare
politiche sistemiche di contrasto alla violenza maschile, attraverso azioni di sensibilizzazione, di
prevenzione, formazione e sostegno ai centri antiviolenza, luoghi indispensabili per il supporto delle donne
in uscita dalla violenza.