giovedì, Novembre 21, 2024
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Unioncamere: Aumentano imprese e addetti in Sicilia

Sicilia: il sistema imprenditoriale si assesta dopo la grande crisi 
pandemica.
  Nel 2023 aumentano le imprese solo nei settori innovativi e delle 
costruzioni
mentre hanno più addetti agricoltura, commercio e turismo, crollo nelle 
costruzioni.
Cresce l’import e cala l’export.
Fallimenti: diminuiscono gli stati di crisi, composizioni negoziate a 
quota 48

Migliora nel 2023 il quadro del sistema 
imprenditoriale siciliano, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio 
economico di Unioncamere Sicilia a confronto con il 2022. “I dati – 
spiega Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – mostrano un 
assestamento dopo la crisi pandemica, con un aumento evidente di imprese 
solo nei settori innovativi che, però, riducono il personale, mentre in 
altri settori, a fronte di una maggiore chiusura di aziende, si rafforza 
il ricorso a nuova occupazione, e questo accade soprattutto in 
agricoltura, commercio e turismo, settori fortemente sostenuti e 
incentivati dalle politiche dei governi nazionale e regionale. Invece le 
costruzioni, a seguito del blocco del ‘Superbonus 110%’, hanno 
rinunciato ad una forte quota di manodopera. Questo – secondo Pace – 
significa che il tessuto imprenditoriale siciliano sta imboccando 
concretamente la strada verso la sostenibilità economica della 
transizione”.
Nel 2023 il numero di imprese in Sicilia è cresciuto di 2.488 unità 
(saldo fra 20.571 nuove iscrizioni e 18.083 cessazioni, +0,52%), con 
Catania in testa (+875), seguita da Palermo (+836) e Ragusa (+411), 
ultima Enna, unica in negativo, a -24. Ma gli unici settori a registrare 
un saldo positivo sono quelli delle imprese innovative non classificate 
(+8.367), e delle costruzioni (+28, che però viene dal +327 del 2022 
“drogato” dal Superbonus), che compensano il calo di imprese di tutti 
gli altri settori, con segni più evidenti di cessazioni di imprese in 
agricoltura (-1.291), industria (-620), commercio (-2.755) e alloggi e 
ristorazione (-641).
Aumentano, invece, di 12.678 unità – e in quasi tutti i settori . gli 
addetti (da 1.175.579 a 1.188.257); in particolare, agricoltura 
(+1.520), commercio (+4.185) e turismo nel suo complesso (+7.577), 
mentre perdono occupati l’industria (-254) e le imprese innovative 
(-2.270) e crollano le costruzioni (-3.547).
Sul fronte della bilancia commerciale della Sicilia, a dati provvisori, 
nello scorso anno il saldo è negativo per circa 343 milioni di euro. 
Infatti. le attività economiche siciliane hanno importato più merci per 
un valore di 5 miliardi e 645 milioni (+260 milioni), ma hanno venduto 
di meno all’estero, pari a 3 miliardi e 644 milioni (-603 milioni). 
Quanto all’export, rilevanti aumenti si sono registrati nelle province 
di Trapani (112 milioni contro 75,5 del 2022), Palermo (93 milioni 
contro 73), Agrigento (81,9 milioni contro 55,1), Enna (8.6 milioni 
contro 3,8), Catania (598 milioni contro 526). Si conferma il già 
rilevato crollo delle esportazioni a causa della minore vendita 
all’estero di prodotti petroliferi raffinati: in provincia di Siracusa 
(da 3 miliardi e 7 milioni del 2022 a 2 miliardi e 301 milioni dello 
scorso anno) e in quella di Messina (da 343 milioni a 317). 
Caltanissetta, con la raffineria di Gela, scende da 39,5 a 32,9 milioni, 
e Ragusa, con gli impianti legati al petrolifero, passa da 123 a 98,6 
milioni.
“Un dato molto confortante – analizza Santa Vaccaro, segretario generale 
di Unioncamere Sicilia – viene dal numero di imprese finite in stato di 
crisi, che complessivamente nel 2023 sono state 82.107 a fronte di 
86.272 del 2022. Delle procedure che si sono aperte nel 2023 – 
sottolinea Vaccaro – quelle in scioglimento o liquidazione sono 21.265, 
cioè 4.599 in meno rispetto all’anno precedente. E grande interesse sta 
riscuotendo la nuova procedura di composizione negoziata della crisi per 
evitare il fallimento, che nel 2023 ha visto 44 istanze di attivazione 
presso le speciali commissioni delle Camere di commercio e già altre 4 
nei primi quindici giorni del 2024, per un totale di 48, con la Sicilia 
al nono posto nella classifica nazionale”.

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