(Adnkronos Salute) – Il pediatra è un riferimento 9 genitori su 10 per le scelte vaccinali. Rispetto a mamme e papà europei, gli italiani si affidano molto meno al ‘dottor Google’ e alla ‘vox populi’ (29% contro il 50% della Gran Bretagna). Come però il resto dei cittadini in Europa e non solo, hanno una scarsa consapevolezza sulla meningite da meningococco, sugli esiti e i sintomi che caratterizzano le fasi iniziali della patologia, spesso rapidissima, che evolve in poche ore. E’ il quadro in chiaroscuro che emerge dal sondaggio condotto da Ipsos su oltre 4mila genitori in Usa, Brasile, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia, in occasione della Giornata mondiale della meningite, che si celebra il 5 ottobre con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e la comprensione globale della malattia, sottolineando al contempo l’importanza di attuare la Road Map globale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per sconfiggerla entro il 2030.
Ogni anno circa 2,5 milioni di persone ricevono diagnosi di meningite. In particolare – si legge nella nota – la malattia meningococcica invasiva causata dal batterio Neisseria meningitidis o meningococco determina si manifesta con meningite e setticemia. La meningite, che interessa ogni anno 1,2 milioni di persone, causa morte in 1 persona su 6 (circa 135.000 decessi) all’anno. Meno della metà (48%) dei genitori intervistati nella survey, è a conoscenza di questo rischio e quasi un terzo (28%) afferma di non avere alcuna conoscenza della patologia. La meningite può essere una patologia difficile da diagnosticare perchè i segni e i sintomi sono spesso simili a quelli di altre malattie. Inoltre, almeno il 20% dei sopravvissuti a malattia meningococcica invasiva può presentare gravi effetti a lungo termine come cicatrici cutanee, amputazione/i degli arti, perdita dell’udito, della vista, della memoria e danni cerebrali.
In Italia oltre mille persone, ogni anno, contraggono la meningite e circa la metà viene colpita da meningite meningococcica. In particolare, i sierogruppi B e C sono particolarmente diffusi nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto superiore di sanità (Iss), la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B – secondo dati Iss e Comitato nazionale contro la meningite – oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il quarto e ottavo mese.
Dall’indagine Ipsos diffusa oggi emergono alcuni dati apparentemente contrastanti che rivelano come sia importante continuare a sensibilizzare sui rischi legati a questa patologia e sulle modalità di prevenzione vaccinale. Gli aspetti positivi comprendono il fatto che 9 genitori su 10 in Italia seguono il pediatra per le scelte vaccinali e si affidano alle sue indicazioni e l’88% degli intervistati considera la vaccinazione utile per i propri figli. Inoltre, rispetto ad altri Paesi, solo il 29% dei genitori si affida ad internet. Siamo invece a 1 su 2 nel Regno Unito e al 43% in Germania, mentre in Francia la percentuale di chi si affida al web cala al 21% e poco più di 3 su 10 chiedono informazioni ai familiari.
Il rapporto privilegiato con il pediatra spiega il fatto che il 79% degli italiani riconosca la malattia e ne percepisca la gravità. E’ la percentuale più elevata in Europa. In Spagna si viaggia poco sopra il 70% e in Francia si scende al 64%. Infine, l’81% degli intervistati sa che esiste un vaccino ed è disponibile. Ma attenzione. Uno su due non sa che ci sono vaccini specifici per i diversi ceppi, anche perché la conoscenza sui vari tipi di meningococco è davvero ridotta. Quasi 1 su 3 riconosce esistenza di A B e C ma solo circa il 20% sa che esistono W e Y. Questo, ovviamente, incide anche sulla percezione dell’importanza di vaccini specifici per questi batteri.