mercoledì, Novembre 20, 2024
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La celebrazione d’inizio del nuovo anno catechistico

Il vescovo Raspanti “I catechisti siano strumenti vivi dell’annuncio di Cristo e testimoni veri del Vangelo. Accompagnino, con le scarpe ai piedi, i giovani al discernimento nella vita” 

Si è tenuto lunedì 18 Settembre ad Aci Catena il pellegrinaggio-mandato diocesano che ha visto protagonisti centinaia di catechisti provenienti da ogni parte del territorio della diocesi acese. All’evento, curato dall’equipe dell’ufficio catechistico diocesano guidato da Don Carmelo Sciuto, sono stati più di quattrocento gli operatori della catechesi presenti. 

I catechisti, di tutte le età e dalle diverse parrocchie, si sono incontrati in Piano Umberto per recarsi in pellegrinaggio fino al Santuario Matrice “Maria SS. della Catena” dove si è tenuta la Santa Messa presieduta dal vescovo Antonino Raspantie concelebrata insieme ai sacerdoti che hanno accompagnato le realtà parrocchiali intervenute. L’anno pastorale 2023-2024 per le parrocchie, viene ricordato più volte durante questo importante momento, inizia nel segno del discernimento nelle quali i principali attori sono i catechisti che, seguendo l’icona biblica dei Discepoli di Emmaus, si troveranno impegnati a percorrere le linee guida del cammino sinodale. Per questo motivo è opportuno che ogni 

“Siamo invitati ad acquisire lo stile del cammino sinodale perché non rimanga un mero evento celebrativo– ricorda Mons. Raspanti durante l’omelia. “Prendiamo consapevolezza di discendere ed avviare rinnovati processi perché ci giochiamo gran parte del futuro delle nostre diocesi. La secolarizzazione rischia di riservarci solo piccoli spazi e di vivere una religione privatistica. In questi anni non siamo stati tanto capaci all’ascolto sinodale, cioè a prestare attenzione a uomini, donne e giovani che normalmente non frequentano la chiesa. Non è stato per pigrizia ma per paura di non essere compresi. Non basta l’incontro nel digitale e per questo siamo chiamati con curiosità ad uscire dal guscio del deserto e ad avere gli occhi nelle strade del mondo ed in particolare l’ambiente del lavoro, gli amici, la vita sociale e civile. Tanti i catechisti che hanno abbandonato, alcuni perché emigrati a causa della mancanza del lavoro, soprattutto la fascia giovanile, altri perché stanchi, altri ancora perché provati da un’oggettiva difficoltà sul piano pedagogico ed educativo, anche a motivo della differenza generazionale. Sono però contento e vi ringrazio perché collaborate strettamente con i parroci e avete accolto l’invito per il dedicato impegno da svolgere: l’evangelizzazione”.

Continua: “Evangelizzare non è semplice e non è insegnare una lezione. Purtroppo ancora abbiamo un’impostazione antica. Assumiamoci le nostre responsabilità e rispondiamo al Signore con entusiasmo. Comunione, servizio, liturgia, laicato e missione sono i punti centrali che ci vengono consegnati dal Concilio anche se nel giro di pochi anni sono cambiate le fisionomie delle comunità parrocchiali, la partecipazione alla Santa Messa domenicale, le famiglie ed i giovani. Voi, cari catechiste e catechisti, avete le conoscenze bibliche e liturgiche e siete proiettati a nuove prospettive che ci portano fuori dalle nostre povere sicurezze. Rendete vive il rapporto con Gesù, che va ogni giorno coltivato”.

Don Carmelo Sciuto, nel ringraziare i partecipanti, così si esprime: “Lo Spirito ci chiama ancora una volta a riscoprire la nostra vocazione. I catechisti sono strumenti preziosi dell’annuncio di Cristo con la vita. Continuiamo dunque a rivolgere lo sguardo verso Cristo e chiediamo al Signore,  per i catechisti, passione e audacia per testimoniare la bellezza del Vangelo”.

A conclusione della Solenne Celebrazione Eucaristica sono stati consegnati alle parrocchie interessate gli attestati di partecipazione al corso diocesano di formazione itinerante tenutosi lo scorso anno ed ai presenti è stato donato un portachiavi a forma di scarpa, con l’invito a mettersi in cammino con il Vangelo in mano e il cuore leggero per l’amore che Dio ha per ciascuno dei suoi figli. Testimoni veri con le scarpe ai piedi che, come Gesù coi discepoli di Emmaus, sappiano accompagnare i passi dei ragazzi a loro affidati.

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