Cgil: “Casarrubea e Lo Jacono espressioni della lotta per una Sicilia migliore”
Oggi, in occasione del 76° anniversario della strage di Partinico del 22 giugno1947, deposta una corona di fiori sul luogo dell’eccidio in corso dei Mille, a Partinico.
La Cgil ha ricordato Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono, che persero la vita durante l’assalto alla Camera del Lavoro, avvenuto un mese e mezzo dopo la strage di Portella.
Alla commemorazione sono intervenuti Gaetano La Corte, responsabile della Camera del Lavoro di Partinico, Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio e memoria storica Cgil Palermo, il segretario d’organizzazione Cgil Palermo Francesco Piastra. Hanno portato i saluti i saluti il sindaco di Partinico Pietro Rao, Piero Caleca, responsabile Uil Partinico, Piero Galati, responsabile Cisl Partinico e Salvatore Salvia, arciprete. Testimonianze di compagni e di familiari delle vittime.
“A Partinico quella sera di giugno persero la vita due nostri dirigenti nel fiore degli anni. Rimasero feriti Leonardo Addamo, Salvatore Patti e Giuseppe Salvia, che solo per caso non persero la vita – dichiarano Francesco Piastra e Dino Paternostro – Pur di fermare il movimento sindacale, i contadini e la sinistra, la banda Giuliano, i mafiosi e le destre reazionarie non esitarono a consumare una terribile strage. Casarrubea e Lo Iacono saranno ricordati come espressione delle lotte per il lavoro, i diritti e la democrazia e nel loro nome, e degli altri martiri, continuiamo la lotta per una Sicilia migliore. Invece i mafiosi e i loro complici resteranno inchiodati per sempre alle loro gravissime responsabilità”.
“L’assalto alla Camera del Lavoro era stato preceduto, l’8 maggio del 1947, dall’assassinio, sempre a Partinico, di Michelangelo Salvia, militante comunista, per impedirgli di testimoniare sulla strage di Portella – ricorda Gaetano La Corte – Da quegli episodi è partita una grande mobilitazione del movimento contadino che prima ha portato la Camera del Lavoro di Partinico con Turiddu Termine e col sociologo Danilo Dolci al famoso sciopero alla rovescia del febbraio del 1956 e successivamente alle lotte per la costruzione della Diga dello Jato negli anni 70”.