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Al Museo Mandralisca la presentazione del libro “Giovanni Falcone al cinema – Una vita da giudice senza le parti noiose” di Carmelo Franco

Nella Sala della Pinacoteca del Museo Mandralisca di Cefalù, sabato 27 maggio alle ore 17.30, verrà presentato il libro Giovanni Falcone al cinema – Una vita da giudice senza le parti noiose di Carmelo Franco, edizioni Torri del Vento. Ingresso libero.

A conversare con l’autore saranno Leonardo Agueci, ex procuratore aggiunto della Procura di Palermo, e il giornalista Tano Gullo; ad introdurre l’incontro saranno Vincenzo Garbo e Luigi Spinosa della Fondazione Mandralisca.

A moderare il dibattito, invece, sarà Giuseppe Saja, curatore delle attività culturali della Biblioteca Mandralisca 

Attraverso un accurato lavoro di ricerca e analisi del materiale cinematografico e televisivo, prodotto  fino ad oggi su Giovanni Falcone, Franco delinea un’immagine, per certi versi anche inedita, più completa del giudice intersecando aspetti della vita privata ed elementi storici ormai acclarati dai processi e dalle rivelazioni che, nei trent’anni trascorsi dalla strage di Capaci, sono via via emersi.

Forse non tutti ricordano che il primo film in cui Falcone viene rappresentato come personaggio cinematografico risale addirittura al 1986 dove ne “Il pentito” viene denominato come “il giudice Giovanni Falco”. 

Il libro ricostruisce in maniera meticolosa e dettagliata, come si diceva, l’immagine di Falcone restituita dal cinema detto “di finzione” – spunto mai approfondito tra le innumerevoli pubblicazione presenti sulla storia umana e professionale di uno dei magistrati simbolo della lotta alla mafia – che, sfruttando la passione cinematografica dell’autore, propone un finale diverso dalla realtà, quel finale che tutti avremmo auspicato.

«Ci si consentirà – scrive Franco nella sinossi del libro –  allora, nel nome di Quentin Tarantino, che ha fatto morire Adolf Hitler in Bastardi senza gloria, che in C’era una volta Hollywood ha fatto sopravvivere Sharon Tate in esito all’incursione degli adepti della setta di Charles Manson, e che in Django Unchained ha reso giustizia al popolo afroamericano per secoli oppresso, di desiderare un altro finale per quel pomeriggio del 23 maggio 1992, quando alla guida della Fiat Croma che lo attendeva all’aeroporto di Palermo, a causa di uno dei tanti sliding doors della vita, vi era Giovanni Falcone. Allora la storia potrebbe cambiare, sia pure soltanto nel buio di una sala (…)».

L’autore, avvocato penalista, esercita a Palermo dove, negli ultimi decenni, ha patrocinato in alcuni dei più importanti processi. E’ stato il fondatore della camera penale “Conca d’oro” e ha fatto parte della giunta nazionale dell’unione delle camere penali italiane (UCPI). 

Nel 2010 ha curato la rassegna “Il cinema di mafia…un percorso italiano”, tenuta a Corleone al Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e del Movimento Antimafia (C.I.D.M.A.); numerose sono le sue pubblicazioni sul cinema, in varie testate e riviste, oltre alle lezioni di cinema svolte in alcuni enti ed università tra i quali la L.U.M.S.A e il CentroSperimentale di Cinematografia di Palermo.

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