È proseguito ieri il processo penale nei confronti di Ernesto Favara per le lesioni ed i maltrattamenti alla ex moglie Maria Amatuzzo, poi uccisa dallo stesso nel dicembre del 2022.
Ieri davanti la dottoressa Maniscalchi, giudice del tribunale monocratico di Marsala, il Favara Ernesto ha reso l’esame, per ben due ore.
Ha risposto alle domande del difensore avv. barraco, a quelle del pm e poi a quelle della parte civile assistita dall’Avv. Vito Cimiotta.
Ieri il Favara ha detto in aula che la moglie il 5 maggio del 2021 a Partanna si sarebbe STRANGOLATA DA SOLA e di non essere stato lui a tentare di strangolarla.
Secondo la ricostruzione del Favara diversa da quella della accusa, la donna avrebbe preso la corda di nylon che il Favara aveva in macchina e se la sarebbe avvolta nel collo, tutto ciò davanti il Favara che non sarebbe riuscito ad impedirglielo.
Il lungo esame del Favara ha visto dei momenti di tentennamenti dello stesso incalzato dal pm.
Lo stesso dopo l’auto strangolamento, avrebbe accompagnato la Amatuzzo presso la comunità dalla quale l’aveva prelevata poco prima, lasciandola nell’androne. La stessa era anche sporca delle proprie feci.
Chissà se il giudice prenderà per buona questa versione dei fatti o riterrà come sostengono procura e parte civile che il Favara aveva già tentato di uccidere la moglie strangolandola, riuscendo poi nell’intento il 24 dicembre del 2022.
Alla prossima udienza, prevista per il 6 luglio 2023, verranno sentiti i primi testimoni della difesa.
La versione del Favara è opposta a quella che la povera vittima aveva riportato nelle querele.