martedì, Novembre 19, 2024
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Ricordato a Palermo il generale dei carabinieri Gennaro Niglio, il comandante della Legione Sicilia morti in un incidente d’auto

Era il 9 maggio del 2004 quando il Generale di Brigata Gennaro Niglio, all’epoca Comandante della Regione Carabinieri Sicilia, morì in ospedale tredici giorni dopo un incidente stradale avvenuto lungo l’autostrada Palermo – Catania, all’altezza di Resuttano. 

A 19 anni di distanza da quella tragedia, oggi, a Palermo, alla presenza del Generale di Divisione Rosario Castello, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena, all’interno del complesso caserme Calatafimi – Dalla Chiesa, si è tenuta una messa in suffragio officiata dal Cappellano Militare, Don Salvatore Falzone.

Cinquantacinque anni, veniva considerato un ufficiale dal forte piglio, mai domo nel combattere il crimine: dalla lotta alla ’ndrangheta all’antieversione, dai controlli antidoping fino alle cosche mafiose siciliane del suo ultimo incarico: a Palermo, dove era giunto a settembre del 2003, aveva cercato di dare subito nuovi impulsi alle inchieste su cosa nostra e alla ricerca dei latitanti. 

Persona di grande professionalità, ma anche profondamente umana, era amatissimo dai suoi uomini, e prima di arrivare in Sicilia era stato al Comando dei Carabinieri per la Sanità. 

RiLaureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza, era stato decorato della Medaglia d’argento al valor militare, per aver ingaggiato un conflitto a fuoco conclusosi con la cattura dei latitanti, con la seguente motivazione: “Comandante di compagnia distaccata, nel corso di una importante operazione di contrasto alla criminalità organizzata, compiuta alla testa dei suoi uomini, veniva fatto segno a proditoria e violenta azione di fuoco dagli appartenenti ad un clan camorristico responsabili di gravissimi delitti. Benché ferito reagiva con determinazione e, dopo aver colpito con l’arma in dotazione uno dei malfattori, riusciva ad arrestare tutti i criminali coinvolti sequestrando numerose armi, munizioni, documenti falsificati ed autovetture con targhe contraffatte“.

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