La Regione Siciliana non applica ai propri dipendenti l’anticipo pensionistico c.d. “quota 103” dopo aver già negato l’applicazione di quota 102.
Proprio in questi giorni stanno arrivando alla spicciolata le lettere del Dipartimento della Funzione Pubblica regionale che rigettano le istanze di prepensionamento di quei pochi dipendenti della Regione Siciliana in possesso dei requisiti di quota 103, la norma varata dalla finanziaria nazionale il 29 dicembre scorso ed applicabile direttamente a tutti i dipendenti pubblici, compresi quelli delle regioni.
Così, mentre tutti i dipendenti pubblici a livello nazionale e regionale (Comuni, ASP, ex Province, enti pubblici di vario genere), in possesso dei requisiti di quota 103, potranno fruire del nuovo anticipo pensionistico, questo diritto viene negato ai dipendenti dell’amministrazione regionale non perché suddetta norma debba essere recepita nell’ordinamento regionale ma perché (recitano testualmente le note di rigetto della Funzione Pubblica) “per potere applicare suddetto istituto è necessaria una autorizzazione di spesa da parte del legislatore regionale”.
In proposito si ricorda che secondo la giurisprudenza laspecifica copertura finanziaria è necessaria solo nei casi in cui la Regione Siciliana volesse erogare ai propridipendenti trattamenti previdenziali di favore rispetto alla norma nazionale.
Nessuna norma, di contro, è stata necessaria per recepire, ad es. “la Fornero”.
Tra l’altro dall’applicazione di quota 103 non deriverebbe nessuna spesa aggiuntiva a carico delbilancio regionale anzi la Regione conseguirebbe un apprezzabile risparmio di spesa dal momento che qualsiasi assegno pensionistico non potrà superare oramai l’85% della media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni.
Assistiamo, invece, al solito teatrino tra la politica che attende le proposte dalla burocrazia e la burocrazia che attende direttive dalla politica quando, nel caso specifico, dovrebbe solo dare seguito a quanto previsto da una norma nazionale.
Trattenere in servizio i dipendenti regionali che vorrebbero fruire dell’anticipo pensionistico di “quota 103” potrebbe innescare una serie di ricorsi promossi dai lavoratori con possibile danno erariale nel caso in cui il giudice dovesse dimostrare una indebita omissione da parte dell’amministrazione regionale.
I gravi ritardi della politica regionale nella predisposizione di un razionale piano di turn over del personale regionale non potranno certo essere tamponati con simili espedienti per bloccare i prepensionamenti calpestando i diritti dei lavoratori.