Consegnati i lavori di recupero, valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Akrai con il restauro conservativo del complesso scultoreo dei Santoni e il recupero dell’area pertinente ai Templi Ferali, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Presenti il soprintendente dei Beni culturali di Siracusa, Salvatore Martinez, il direttore del Parco archeologico di Siracusa, Antonello Mamo, il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo.
Ad eseguirli sarà l’impresa MB Costruzioni srl (capogruppo) di Catania, in associazione temporanea con l’impresa Sestito Giancarlo & figli srl di Crotone, che avrà un anno di tempo per realizzare l’opera.
Il progetto, redatto dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, è finanziato con risorse del Po Fesr 2014-2020 della Regione Siciliana, per complessivi 654 mila euro.
L’intervento prevede anche la creazione di un centro visitatori, stilisticamente compatibile con l’elevato pregio paesaggistico del luogo, completo di servizi, di biglietteria e di un centro multimediale divulgativo-informativo. E, ancora, un piccolo piazzale di sosta e di ristoro, pavimentato con basole e acciottolato con panchine in pietra calcarea e pannelli informativi.
«Attraverso quest’intervento sarà possibile migliorare la fruizione e la funzionalità dell’itinerario di visita, accrescere la conoscenza del bene archeologico e soprattutto risolvere le problematiche legate alla sua conservazione», afferma l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato.
Dato l’avanzato stato di degrado in cui si trovano le sculture, dovuto essenzialmente all’azione degli agenti atmosferici e ad atti di vandalismo che in passato hanno interessato il sito, si procederà con un restauro conservativo preceduto da un rilievo con laser scanner e mappatura della tipologia dei degradi. Successivamente verranno realizzati i calchi di ogni scultura, si studieranno gli aspetti morfologici delle figure al fine di risalire al loro originario aspetto.
A completamento del progetto è infine previsto uno scavo archeologico nell’area, per verificare l’eventuale esistenza di ulteriori emergenze.