I sindaci della provincia di Catania fanno squadra e, stanchi di battersi inutilmente per i propri ospedali, hanno deciso di unire le forze per contrastare il paradosso che vede gli ospedali di Catania con personale medico in esubero e gli ospedali dei Comuni di periferia, come Bronte o Giarre, incapaci di garantire di servizi. Per questo il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, nell’ottobre scorso, ha scritto ai sindaci di Caltagirone, Giarre e Militello in Val di Catania, chiedendo di unire sforzi e voci: “Da anni – ha affermato Firrarello – ci battiamo con tutte le energie possibili al fine di garantire nei nostri Territori un efficiente servizio ospedaliero. Nonostante ciò gli ospedali delle nostre Comunità, a differenza dei nosocomi dell’Area metropolitana e delle Aziende ospedaliere, continuano a denunciare gravi carenze di personale che compromettono la qualità dei servizi”. Alla fine Firrarello ha chiesto ai sindaci di incontrare il direttore generale dell’Asp 3 Catania, Maurizio Lanza, che questa mattina ha ricevuto a Catania i primi cittadini. Presenti al vertice oltre a Firrarello giunto con l’assessore Angelica Presatianni, Pippo De Luca sindaco di Maletto, Leonardo Cantarella sindaco di Giarre, Orazio Lopis in rappresentanza del sindaco di Paternò Nino Naso e l’on. Giovanni Burtone, nella duplice veste di sindaco di Militello e deputato all’Ars, ed in rappresentanza anche del sindaco di Caltagirone. Presente anche il direttore sanitario dell’Asp Antonino Rapisarda. E l’incontro ha confermato le tesi di Firrarello. Sembrerebbe infatti che a Catania vi siano Aziende con più di 50 cardiologi al lavoro, mentre a Caltagirone dove c’è l’emodinamica ne operano solo 3. Discorso identico per anestesisti e medici di Pronto soccorso. Una sperequazione che i sindaci non vogliono più accettare al punto che Firrarello ha minacciato scioperi e denunce alla Procura. “Alcune soluzioni possono essere adottate subito – spiega Firrarello – altre proposte a medio termine. Certo, vista la carenza di medici, Roma non può più tenere le Facoltà di medicina a numero chiuso”. E dopo il dibattito i sindaci hanno individuato un percorso da seguire: “Investiremo l’Ars e l’assessorato regionale alla Sanita. – ha affermato Burtone – Dobbiamo arrivare in tempi brevi a costituire i dipartimenti fra le Aziende che garantiscano una presenza di medici più equa fra i vari ospedali del territorio. La Sanità non si può fermare a Catania”. “Con i colleghi cominciamo a ragionale come territorio. – ha aggiunto Cantarella – L’eccellenza sanitaria deve esistere anche negli ospedali di periferia”. “Per salvare i piccoli ospedali ci vogliono misure urgenti. – ha aggiunto Lopis – Istituire i dipartimenti interaziendali servirà ad evitare la chiusura dei reparti”. “L’idea – ha concluso De Luca – dei sindaci insieme che si battono per tutto il territorio può essere vincente. Ottima anche la proposta dei dipartimenti fra Aziende”.
I sindaci della provincia di Catania uniscono le forze per difendere i propri ospedali
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