“Arriveranno” i soldi che l’Enac ha quantificato come danno subito da parte dell’aeroporto di Birgi nel 2011, quando, a seguito delle operazioni militari che ne conseguirono, il “Vincenzo Florio” rimase chiuso per consentire i voli e gli arrivi dei caccia impegnati nella destabilizzazione del regime di Mohuammar Gheddafi. Lo ha annunciato in una conferenza stampa la senatrice trapanese del PD, Pamela Orrù, membro della Commissione Trasporti, tenutasi ieri mattina alle ore 11, in un saletta dell’aeroporto. E la scelta di convocarla proprio lì «non è stata un caso ma proprio la rimarcatura dell’attenzione verso un aeroporto vuoto e triste». Accanto alla Orrù, il presidente Airgest Franco Giudice che ha spiegato l’importanza di questo rimborso. In pratica, questi soldi, fisicamente non saranno versati dallo Stato ma serviranno per abbuonare le tasse che l’aeroporto avrebbe dovuto versare, cifra che si aggira intorno ai dieci milioni di euro e che servirà a ridare una boccata d’ossigeno alla società di gestione e indire con più serenità una gara fra i vettori che vorranno atterrare nello scalo di Birgi.
«E non è che fin qui ci sia stata la ressa» così come ha sottolineato il presidente Giudice, anzi, pare che nella cosiddetta pre-gara (ovvero all’invito di manifestare il propri interesse emanato prima del bando di gara per la selezione di nuove compagne aeree appunto) si siano presentati soltanto 3 vettori. Il “Vincenzo Florio” pur essendo un aeroporto che in 20 anni di attività è stato artefice di un’ondata di rilancio per l’economia del territorio e che ha consentito a molte piccoli imprenditori di aprire B&B, e di viver per l’appunto di turismo, non ha così tanto appeal per i vettori che altrove, per esempio, nel vicinissimo “Falcone e Borsellino” di Punta Raisi, ottengono introiti maggiori. Finora Ryanair è stata l’unica compagnia aerea protagonista, anzi, come ha ricordato il presidente Airgest, l’aeroporto è “nato” con questa compagnia irlandese low cost.
«Birgi ha un valore sociale oltre che economico, – ha ribadito Giudice – da qui sono partiti sia i genitori che vanno a trovare i loro figli studenti iscritti nelle università del nord e sia quelli che raggiungono i loro figli emigrati all’estero e al nord Italia, oltre che persone che nei loro “viaggi della speranza” vanno a curarsi negli ospedali del nord, Lombardia e Emilia in testa. È vero che Birgi e punta Raisi sono vicini, ed è anche vero che per la sopravvivenza di Birgi si dovrebbe attuare una sinergia fra i due scali, senza rivalità ma con una collaborazione da cui ne beneficerebbero i cittadini. Ed è ovvio pensare anche ad un sistema di trasporti che dovrebbe rendere facile raggiungere i due scali in tempi brevi e senza disagi tanto da scegliere la partenza o l’arrivo a seconda delle proprie esigenze».
«Finora, il mercato delle rent car è stato fiorente. Chi arriva per raggiungere le città vicine da visitare non può far altro che affittare un’auto perché non esiste un sistema di collegamento “vero” con il centro». Parole di Giudice a cui la Orrù ha aggiunto «Ci ho messo 4 anni per far capire quanto fosse importante ripristinare la tratta ferroviaria Trapani-Palermo via Milo e non è normale che la politica da solo non può vincere le sue battaglie se non ha il sostegno del territorio».
La Orrù ha auspicato che tutti i rappresentanti del territorio agiscano di conseguenza per salvare questo scalo, e si è detta amareggiata della non adesione al comarketing da parte di Trapani, città per la cui vicinanza strategica dell’aeroporto è quella che ne ha tratto finora un buon vantaggio. Intanto, anche se la gara per i nuovi vettori dovesse andare bene, se ne parlerà per febbraio inoltrato e si sarebbe comunque in ritardo per la stagione estiva ma, come ha ricordato Giudice- «sarebbe un passo avanti per la ripresa dell’aeroporto».
All’incontro erano presenti i presidenti di Confidustria Trapani, Gregory Bongiorno, della camera di commercio Pino Pace, del distretto turistico della Sicila occidentale, i segretari provinciali CGIL, Filippo Cutrona e Uil, oltre che i rappresentanti delle attività economiche del territorio.