domenica, Novembre 17, 2024
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Nicolò Catania (FDI): «la leghista Lo Curto ha perso la calma»

«La leghista Eleonora Lo Curto ha perso la calma, lanciando accuse dai toni che non si addicono a una signora e a una rappresentante istituzionale». Lo dice Nicolò Catania, candidato alle prossime elezioni regionali con la lista ‘Fratelli d’Italia’, replicando a una nota diffusa dall’onorevole Lo Curto. «Forse l’onorevole marsalese dimentica che io sono sindaco di un piccolo paese, lei, invece, è stata per cinque anni deputato regionale e dovrebbe saper bene che la Regione, in tema di sanità, ha competenza esclusiva. È inutile arrampicarsi sugli specchi farfugliando ipotetiche lotte parlamentari: è sotto gli occhi di tutti quale è l’attuale situazione nell’ambito sanitario che vive la nostra provincia», ha detto ancora Catania. «Perché la Lo Curto si scaglia contro di me? Vuoi vedere che ora la colpa è di noi sindaci? s’interroga Catania. Da primo cittadino sono andato ben oltre il mio compito istituzionale, sopperendo al disinteresse di coloro che, come lei, avrebbe dovuto dare risposte concrete al territorio. Voglio ricordare all’onorevole leghista che coi colleghi sindaci, già nel 2019 insieme al Prefetto, siamo andati al Ministero della Sanità per chiedere una deroga speciale sull’ospedale di Castelvetrano e garantire un’adeguata funzionalità, senza per questo intaccare il resto degli ospedali della provincia, Mazara del Vallo in primis. Voglio ricordare ancora all’onorevole leghista che personalmente ho scritto gli emendamenti necessari per tre anni di seguito, proposti nelle Leggi di bilancio, e che non sono stati, purtroppo, mai approvati. Non sfugga all’onorevole che il suo attuale partito era ed è all’interno della maggioranza di Governo. Perché la deputazione della provincia non ha sostenuto queste azioni?», dice ancora Nicolò Catania. E il candidato conclude: «Invito la Lo Curto a confronti sereni e comportamenti corretti per una campagna elettorale leale, a partire, ad esempio, anche dal rispetto di alcuni spazi pubblici di propaganda dove i suoi manifesti sono stati attaccati, puntualmente, sopra quelli miei».

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