E’ la metodica che più si sta diffondendo in ambito urologico per trattare l’ipertrofia prostatica benigna grazie ai suoi innumerevoli vantaggi: scarsa invasività della tecnica, per la possibilità di eseguire il trattamento in ambito ambulatoriale e durata di circa 4 – 8 minuti a seconda del volume della prostata e risparmio dell’eiaculazione in circa l’80% dei soggetti. “La tecnica Rezum prevede l’utilizzo di un getto di vapore acqueo che distrugge le cellule prostatiche in eccesso lasciando integri i tessuti circostanti” spiega il Professor Salvatore Sansalone, urologo e docente all’Università di Tor Vergata “Il paziente riceve una lieve sedazione e una anestesia locale che gli permette di tornare a casa nello stesso giorno della procedura senza conseguenze di rilievo e senza dolore. Rispetto alla tradizionale TURP, sigla che indica la ‘resezione prostatica trans-uretrale’ i vantaggi sono notevoli, tra tutti la totale assenza di sanguinamento, la dimissione immediata rispetto ai tre giorni di ricovero necessari per il vecchio intervento”.
Di ingrossamento della prostata soffrono 6 milioni di italiani con più di 50 anni e il 50% dei maschi con quelli tra 51 e 60 anni che schizzano al 70% degli over 61. Mentre quelli che hanno spento 80 anni nel 90% avranno a che fare con il problema (dati Federanziani).
Il vapore acqueo per distruggere i tessuti in eccesso
Dopo l’intervento il paziente può affrancarsi dalla terapia farmacologica ma soprattutto non ha effetti avversi a carico dell’apparato urinario o sulla funzione sessuale, mantenendo la funzione eiaculatoria intatta. Il Rezum è un dispositivo americano che prevede la vaporizzazione del tessuto prostatico in eccesso. Il mantenimento della funzione sessuale è garantito in circa l’85% dei casi con una elevata soddisfazione del paziente pari al 100%.
Trattamento di elezione
Rezum si è ormai affermato come uno dei trattamenti di elezione per l’ostruzione prostatica benigna (BPO): utilizza l’energia a radiofrequenza per convertire l’acqua sterile in vapore, che viene iniettato per via transuretrale nel tessuto prostatico con un piccolo ago.
Ogni getto di vapore dura in media 9 secondi e il tempo medio totale della procedura è di 2–4 minuti che possono arrivare a 8 – 10 a seconda delle dimensioni della ghiandola. Il limite delle dimensioni della prostata da trattare è di 80 gr, tuttavia, alcuni autori hanno riportato risultati promettenti con ghiandole più grandi. La scelta è appannaggio dello specialista.
Uno studio multicentrico randomizzato controllato (RCT) apparso su Urology, con un periodo di follow-up di 5 anni comprendente 197 soggetti con ipertrofia prostatica benigna sintomatica hanno apprezzato miglioramenti significativi.
Gli eventi avversi correlati più comuni includevano: dolore durante la minzione (18,1%), sangue nelle urine (11,7%), frequenza urinaria (5,9%), ritenzione (5,9%) e urgenza nella minzione (4,8%), tutti reversibili dopo pochi giorni.
Secondo gli studi il trattamento chirurgico a 5 anni è del 4,4% e il tasso di ritrattamento medico è solo dell’11,1%.
Meno chirurgia per la prostata di medie dimensioni
“Il trattamento per l’ipertrofia della prostata varia dai farmaci alle procedure chirurgiche come la resezione transuretrale della prostata (TURP)” spiega Sansalone “Nel 2015 la Food and Drug Administration statunitense ha approvato Rezūm che ha una sonda che, inserita nell’uretra, emette un getto di vapore acqueo a 103°C.”
Il picco di flusso urinario (Qmax) era migliorato del 60% a 3 mesi e del 74% a 12 mesi; Secondo i ricercatori, il volume residuo post-minzionale (PVR) era migliorato del 51% e del 61% rispettivamente a 3 e 12 mesi. La funzione erettile ed eiaculatoria è stata preservata per tutti i pazienti.I diversi studi hanno portato all’inserimento del Rezum nelle linee guida dell’American Urological Association che includono la terapia termica con vapore acqueo come opzione chirurgica.
Le nuove tecnologie vedono emergere anche l’uso di uro-lift e aquabeam una tecnica di ablazione che utilizza un getto di acqua. L’assenza di invasività di questi nuovi metodi li rende accessibili anche a soggetti anziani e con patologie sistemiche.