Si è chiusa nella Sicilia occidentale la 7 giorni di Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia. Prima, assieme a Nello Musumeci, un incontro a Trapani con la candidata all’Ars Marilena Ciotta. Poi una conferenza stampa a Palermo assieme al candidato all’Ars Giorgio Calì. “In Sicilia – ha ricordato Parisi – c’è bisogno di lavoro e per crearlo è necessario rendere attrattivo il territorio per gli investimenti”. Questa terra ha bisogno di una “scossa” e la strada da percorrere è quella della fiscalità di vantaggio. La nostra proposta, già condivisa da Nello Musumeci, è l’avvio di un programma di rilancio in grado di rimettere al centro, nel lungo periodo, l’attrattività territoriale e la salvaguardia urbanistica, a partire dalle città. Lo sviluppo deve partire dai quartieri – ha sottolineato Parisi – con particolare attenzione alla tutela dei centri storici. La fiscalità di vantaggio occorrerebbe estenderla a tutta la Sicilia e non a specifiche aree. Occorre poi introdurre procedure burocratiche più snelle e un piano speciale per il controllo del territorio. I potenziali investitori devono essere aiutati e incoraggiati. La Sicilia deve ripopolarsi perché nessuna ipotesi di sviluppo potrà essere attuata se i giovani continueranno ad andare via. La Sicilia può e deve diventare motore dello sviluppo dell’Italia meridionale. Nelle ultime tappe del tour elettorale Parisi si è soffermato sull’importanza della valorizzazione dei beni culturali.
“Un quarto del patrimonio artistico italiano si trova in Sicilia. In questa regione vi sono oltre 100 siti di grande interesse turistico. La Sicilia è un grande museo a cielo aperto. La provincia di Trapani ha tantissimo da offrire e i margini di crescita solo molto elevati. Bisogna però migliorare i collegamenti per raggiungere la Sicilia e per muoversi in Sicilia. E per questo è necessario avviare presto un piano per la realizzazione di nuove infrastrutture, utilizzando i fondi europei. Occorre rendere più accessibile la zona occidentale dell’Isola. Chi vuol venire a vedere le saline di Trapani, visitare Erice o Marsala, e più in generale questa provincia, venendo in auto da Catania, non può impiegare quasi 5 ore. Qui è possibile fare turismo 12 mesi l’anno. Ma per suscitare l’interesse di turisti e operatori è necessario migliorare i collegamenti, valorizzare e promuovere a livello internazionale il territorio. Poi è anche necessario riqualificare l’enorme patrimonio esistente. Lo sviluppo economico e occupazionale passa anche attraverso interventi di recupero e di gestione di alcuni siti coinvolgendo i privati.Penso ad esempio che in questa parte della Sicilia potrebbero essere realizzati dei porti turistici e questo tipo di interventi potrebbero essere affidati a investitori internazionali, senza incidere sulla spesa pubblica. Tutto questo nel breve periodo potrebbe dare un forte impulso allo sviluppo della provincia di Trapani e più in generale della Sicilia occidentale”.