“Il governo Musumeci affronti senza indugio l’emergenza idrica nella diga Rosamarina. Occorre un intervento di protezione civile per evitare di mettere sul lastrico centinaia di aziende agricole siciliane. Ormai da diverse settimane, nonostante le tante assicurazioni e le diverse interlocuzioni avviate dai sindaci del territorio che va da Termini a Lascari, Campofelice di Roccella e Cerda, con i competenti Assessorati e con il consorzio di bonifica, si registrano solo inaccettabili e ingiustificati ritardi nell’erogazione dell’acqua dell’invaso. Le aziende agricole e gli operatori economici del territorio hanno già subito ingentissimi danni alle colture ed all’intero ciclo produttivo a causa della mancata irrigazione. Condivido l’iniziativa dei sindaci dei comuni interessati che hanno costituito un comitato ed hanno indirizzato al Prefetto ed ai vertici del governo regionale una formale richiesta al fine di risolvere la drammatica situazione venutasi a creare e per l’immediata riparazione delle numerose rotture sulla linea principale della tubazione. Chiedo al governo Musumeci, considerata la gravità della vicenda, di esonerare gli agricoltori dai canoni di pagamento dei ruoli per la stagione in questione. È inconcepibile che con 60 milioni di metri cubi di acqua nella diga Rosamarina non si riesca a metterne nemmeno un litro in una tubazione colabrodo. Purtroppo registro una mancata programmazione degli interventi che ora diventa una vergogna. I terreni piantumati a limoni, arance e mandarini, frutti che sarebbero dovuti arrivare sulle tavole degli italiani, sono ridotti in concime” . Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato di Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana.
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