domenica, Novembre 24, 2024
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Covid in carcere, Di Giacomo (S.PP): “non si abbassa la guardia, ma fa ben sperare l’andamento meno 30% in una settimana”


“Il calo di casi di Covid al 10 maggio rispetto alla precedente rilevazione
dell’Amministrazione Penitenziaria sia tra il personale penitenziario (1014 in totale) che tra i
detenuti (713 complessivi) non deve far abbassare la guardia perché permangono tra i
detenuti “picchi” preoccupanti come negli istituti di Porto Azzurro (73), Cosenza (57), Roma
Regina Coeli (32), Gela (22)”. A riferirlo è il segretario generale del Sindacato Polizia
Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo aggiungendo che “mentre Ministero alla Salute ed
autorità sanitarie regionali e locali invitano alla prudenza e a continuare nelle misure di
prevenzione, nelle carceri è del tutto incomprensibile l’atteggiamento di sottovalutazione.
Non dimentichiamo che in carcere è sempre più difficile procedere con misure di
isolamento dei positivi a causa dei noti problemi strutturali e pertanto è necessario
rafforzare la vigilanza, il controllo sui positivi.
Dal primo maggio scorso con le misure decise dal Governo accade che se le mascherine
sono sempre obbligatorie in ospedali, Rsa, strutture sanitarie e luoghi sensibili, con presidi
di sicurezza, non è la stessa cosa per le carceri. Eppure proprio nei penitenziari c’è almeno
un terzo dei detenuti che ha condizioni di salute fragile, in buona parte per la difesa
immunitaria più bassa e si registra la presenza di almeno 300 over 60. Tutto questo pone
non pochi rischi per il personale, le loro famiglie e i detenuti senza sottovalutare
ulteriormente che l’emergenza pandemica è in stretta relazione con la sicurezza degli istituti
penitenziari diventando la potenziale molla per proteste e rivolte, come è accaduto nella
stagione delle rivolte del 2020. Da parte nostra – aggiunge Di Giacomo – rinnoviamo
l’appello all’Amministrazione Penitenziaria e ai Ministeri Giustizia e Salute a disporre misure
urgenti che consentano di rialzare il livello di guardia evidentemente abbassato dopo le
prime due ondate di diffusione della pandemia con evidenti situazioni di riduzione dei livelli
di prevenzione. Questo significa massimo rigore nel controllo degli ingressi dall’esterno
senza limitarsi alla misurazione della temperatura e il ripristino dell’obbligo di mascherina
Fp2. Sollecitiamo pertanto i Ministri Cartabia e Speranza a dare disposizioni alle direzioni
degli istituti penitenziari”.

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