Questa Segreteria segnala che negli ultimi 5 anni l’Ufficio Immigrazione di Trapani ha registrato una
costante crescita del carico di lavoro a fronte di un inversa riduzione di personale riguardante tutte le
4 Sezioni in cui è organizzato l’Ufficio, ubicate oltretutto in due diverse sedi .
Ogni sezione, pur trattando tutte, in generale, la vasta e contorta materia dell’immigrazione, ne
analizza aspetti con peculiarità diverse e talvolta diametralmente opposte. Ciò comporta che il ridotto
personale in forza all’Ufficio (22 operatori, tra Ufficiali/Agenti di P.G. ed impiegati civili) venga
frazionato per svolgere esclusivamente l’attività di competenza del proprio settore, che richiede una
conoscenza specifica della materia. Appare altresì opportuno evidenziare che 2 operatori (1 Vice
Ispettore ed 1 Assistente Capo Coordinatore) sono distaccati per lungo periodo presso Agenzie
europee (FRONTEX ed EUROPOL) facendo scendere il numero degli operatori effettivamente
disponibili a 20. A ciò si aggiunga il fatto che 3 operatori sono abilitati ai servizi di scorta per il
rimpatrio di cittadini stranieri irregolari e, pertanto, vengono spesso impiegati dalla Direzione
Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere – Servizio Immigrazione per tale finalità,
venendo così a mancare anch’essi, per diversi giorni all’anno, alla forza effettiva dell’Ufficio.
Saltuariamente il personale di 1a e 2a Sezione viene altresì distolto dalla propria attività per
fronteggiare, nei casi di maggior urgenza e necessità, la carenza di personale della altre due Sezioni in
occasione degli sbarchi di clandestini sulle coste trapanesi per le conseguenti procedure di
identificazione, procedure accelerate, etc.
I vertici della Questura di Trapani, continuano a mascherare una condizione ormai stabile e
consolidata con la tipica scusa che dipinge l’attuale quadro come una circostanza temporanea,
giustificando così una mole di lavoro sempre crescente che grava sui lavoratori, il che si traduce
inevitabilmente in un arretrato ormai ingestibile.
Solo durante il periodo del “lockdown”, grazie alla chiusura al pubblico degli U.R.P., il personale
addetto riusciva a ridurre l’arretrato, a solo titolo di esempio: per i permessi di soggiorno di lungo
periodo la durata della trattazione richiedeva ancora 6 mesi circa, ovvero quasi il doppio del
tempo previsto per Legge. Tutto ciò grazie ai sacrifici ed allo spirito di Corpo del personale dipendente
dell’Ufficio in questione, mai abbastanza riconosciuto.
La riapertura degli sportelli U.R.P., l’avvento dell’emersione del 2020, i deficit tecnico/informatici
(linee telefoniche inadeguate, computer e stampanti vetusti, perenne aumento degli applicativi
informatici in uso, problematiche di accesso alle banche dati esterne quali Uffici Anagrafe, Agenzia
delle Entrate, INPS, UNILAV, etc) e la continua riduzione di personale, hanno riproposto ed aggravato
la situazione già critica dell’Ufficio Immigrazione, anche a discapito dei cittadini extracomunitari
regolari presenti sul territorio, i quali si sono visti allungare, per alcuni Uffici periferici, ad
oltre 1 anno i tempi di attesa per ottenere il rinnovo titolo di soggiorno. Attualmente l’arretrato
ammonta a quasi 1.700 (millesettecento) permessi di soggiorno elettronici in trattazione. Tale
situazione ha creato un forte malcontento sia tra gli utenti che tra le associazioni che li assistono, fino
alla minaccia di adire le vie legali per ottenere il disbrigo delle pratiche in tempi adeguati, infatti il
ritardo nell’acquisizione e conseguente trattazione comporta che la documentazione, allegata all’epoca
di presentazione dell’istanza, non sia più attuale ed utilizzabile. Nemmeno l’assegnazione di n. 4
impiegati interinali (n. 2 in 2a Sezione e n. 2 in 4a Sezione), nonostante il loro massimo impegno e
disponibilità, può migliorare la grave situazione di deficit più volte denunciata dai vertici dell’Ufficio, in
quanto i suddetti impiegati non possono acquisire o decretare i permessi di soggiorno né possono
accedere alla maggior parte delle banche dati necessarie per la trattazione delle pratiche. Da ultimo, a
tutto quanto sopra elencato, si è aggiunta la crisi ucraina.
Come citato all’inizio del presente comunicato e più volte segnalato, anche la dislocazione logistica
dell’Ufficio Immigrazione (ufficio Dirigente, ufficio V. Dirigente, 1a e 2a Sezione ubicati in via Virgilio
mentre 3a e 4a Sezione ubicate in contrada Milo all’interno del C.P.R.) rende difficoltoso il compito
della Dirigenza di tenersi aggiornata sulle dinamiche e problematiche emergenti nelle varie
articolazioni della struttura a causa delle attività ordinarie e straordinarie (sbarchi).
Veniamo ora al capitolo sbarchi, la cui gestione “grottesca” è stata più volte oggetto di comunicati di
questa O.S., pertanto non ci dilungheremo eccessivamente su questo argomento.
Durante la bella stagione, che in Sicilia va da marzo/aprile fino ad ottobre/novembre, l’Ufficio deve far
fronte alle continue urgenze legate ai numerosi sbarchi di cittadini tunisini che giungono illegalmente
in provincia e, principalmente, sull’isola di Pantelleria (negli ultimi 4/5 anni gli sbarchi sull’isola
si sono decuplicati, nel 2017 sono sbarcate 251 persone, nel 2021 sono sbarcate 2213 persone)
basti pensare che tra il 24 ed il 27 aprile c.a., sull’isola, sono sbarcati 237 clandestini ed inoltre, in data
16 aprile erano già sbarcati a Trapani i 201 clandestini trasportati in Italia dalla Sea Watch 3, mentre
in data 26 aprile sono sbarcati a Trapani 20 clandestini rintracciati in mare dalla G.d.F. nelle acque
antistanti Mazara del Vallo.
Negli ultimi due anni, tale attività è divenuta più complessa e problematica a causa della pandemia
COVID-19, infatti, oltre alla consuete attività di identificazione e foto-segnalamento, si era aggiunta
anche la trattazione e la gestione della quarantena degli stessi a bordo delle navi quarantena e dei
C.A.S. quarantena, prima di poter procedere alla trattazione del loro status sul territorio da parte della
3a e 4a Sezione.
In tutto ciò, la 4a Sezione si è trovata a dover gestire, oltre agli asilanti soggiornanti sul territorio
provinciale, un numero elevatissimo di “procedure accelerate” relative alle richieste di Protezione
Internazionale presentate da cittadini stranieri sbarcati irregolarmente, provenienti dai cd. “paesi
sicuri” di cui al decreto di “Individuazione dei Paesi di origine sicuri, ai sensi dell’articolo 2-bis del
decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25”, emesso dal Ministro degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, di concerto con i Ministri dell’Interno e della Giustizia, in data
04/10/2019 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 del 7 ottobre 2019.
Ci si augura che con il venir meno delle prescrizioni derivanti dall’emergenza COVID-19, si attenui la
pressione a causa di attività di esclusiva competenza della Prefettura (gestione dell’ospitalità durante
la quarantena), demandate all’Ufficio Immigrazione.
Questa O.S. ha più volte sollecitato la Questura, sempre senza poter avere la possibilità di un confronto
costruttivo con i vertici e senza ricevere risposta alcuna, affinché le procedure di identificazione e fotosegnalamento degli sbarcati a Pantelleria avvenga sull’isola stessa.
Nel frattempo, continua ed essere bellamente disattesa, in virtù di “tavoli tecnici” di dubbia validità
quali “fonti del diritto”, la “riforma di razionalizzazione delle funzioni di polizia, definita dalla Legge 7
agosto 2015, n. 124, il decreto del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2017, concernente la Direttiva sui
comparti di specialità, emanato a seguito del Decreto Legislativo n. 177 del 19 agosto 2016, ha affidato
al Corpo il comparto della “sicurezza del mare”, individuando la Guardia di Finanza quale unica Forza di
polizia deputata ad assicurare i servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica in ambiente marino.” (fonte:
https://www.gdf.gov.it/chi-siamo/organizzazione/compiti-istituzionali/polizia-finanziaria-aerea-emarittima), infatti le incombenze relative ai soggetti rintracciati dalla locale Capitaneria di Porto
vengono “scaricate” sulle già esigue forze della Questura, che nessuna competenza ha in ambito
marittimo, i cui operatori si ritrovano a dover riferire alla competente A.G. per fatti non da essi operati
e verificati.
Ci duole vedere che, al momento, anche la ministeriale n. 400/B/2022/2^ Div/14.200 del 28/02/2022
che precisava “che ogni Ufficio Immigrazione dovrebbe, pertanto, essere destinatario di una quota
“ordinaria” delle risorse umane assegnate in sostituzione delle perdite, e della quota “aggiuntiva”
disposta dal Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza su espressa richiesta di
questa Direzione Centrale (n.d.r. Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere)”
sia stata disattesa, infatti, del personale giunto a Trapani a febbraio, nessuno è stato assegnato
all’Ufficio in oggetto.
In attesa che anche nella Questura di Trapani venga ripristinata la normale dialettica sindacale aperta
a tutte le OO.SS., e non solo ad alcune “prescelte”, e in considerazione del perdurare del
comportamento antisindacale del Questore nei confronti della nostra Segreteria Provinciale che,
benchè minoritaria, rappresenta pur sempre degli appartenenti alla Polizia di Stato e che pertanto
merita di essere incontrata ed ascoltata, questa Segreteria, colpevole di sollevare reali problematiche
inerenti il benessere del personale e di dire come stanno effettivamente le cose in provincia, in
relazione a determinati argomenti, si adopererà affinché questa situazione di assoluta rilevanza trovi
la più ampia diffusione sui media locali e nazionali, nell’interesse del diritto di informazione
dell’opinione pubblica.