Domenica 8 maggio, insieme a Terradamare, sarà possibile visitare la Camera dello Scirocco di Villa Naselli di Gela, complesso di ambienti ipogei che si sviluppa sotto il giardino della casa cinquecentesca.Durante le visite, condotte dai conti Naselli, attuali proprietari e custodi del complesso appartenuto agli Alliata di Villafranca, si ammirerà la corte della villa e la rinascimentale Camera dello Scirocco, nota per le memorie delle feste organizzate già nel seicento, tra la nobiltà palermitana.Per partecipare all’evento è necessario acquistare i ticket tramite la pagina www.terradamare.org/visite-camera-dello-scirocco-villa-naselli
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La Camera dello Scirocco di Villa Naselli di Gela a Palermo
La villa si trova poco distante dal centro storico di Palermo, nella vecchia borgata contadina di Villagrazia (tra la Guadagna ed Altofonte). È conosciuta anche come Naselli – Ambleri per via di una sorgente d’acqua conosciuta fin dal tempo degli Arabi.
Il complesso della villa, di origine molto antica, appartenne agli Alliata di Villafranca (dal XV sec.) per poi pervenire nel Settecento ai conti Naselli dei duchi di Gela, che ne sono ancora proprietari e custodi.
Attraversato il portale seicentesco la struttura fortificata del baglio riporta in uno spazio senza tempo, un’amena casa di campagna con l’abitazione padronale, la torre di difesa, le vecchie stalle e magazzini, la cappella.
L’ambiente circostante è fortunosamente rimasto intatto e la villa è ancora circondata dal suo agrumeto.
Villa Naselli è tuttavia conosciuta per la sua rinascimentale Camera dello Scirocco, unica nel suo genere, un luogo dove intrattenersi con amici e parenti nelle giornate più calde della bella stagione.
Il complesso di ambienti ipogei si sviluppa sotto il giardino della casa ed è rimasto immutato nei suoi cinquecento anni.
È ancora oggi fedele la descrizione che ne fa il gentiluomo Vincenzo Di Giovanni nel suo Palermo Restaurato del 1613.
Ma la notorietà di questa Camera, sia passata che presente, è legata allo stravagante personaggio del cav. Giovan Battista Agliata, che era solito dare proprio in questi ambienti delle feste i cui invitati erano rappresentanti la più alta nobiltà dell’epoca