lunedì, Novembre 25, 2024
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Pony di Acate: sopralluogo nelle stalle del proprietario, è un congiunto del reo confesso



Zingaro (Oipa Ragusa): «Estenderemo i controlli anche ad altri soggetti indagati a vario titolo nella vicenda, al fine di richiedere, tramite le autorità competenti, l’assoluto divieto di possesso di animali per reati connessi»

occhio equino

Il coordinatore del Nucleo delle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali(Oipa) di Ragusa, Riccardo Zingaro, insieme al vicecomandante dei Carabinieri della stazione Acate, alle autorità sanitarie dell’Asp di Ragusa, ad agenti della polizia locale e alla presidente della Lega antispecista italiana (Lai), Ilaria Fagotto, ha svolto nel pomeriggio di venerdì un sopralluogo nella proprietà del detentore del pony ucciso barbaramente ad Acate (Ragusa) la scorsa domenica.

Dalla perquisizione è emerso che il proprietario del pony, parte lesa, è un congiunto dell’uomo che, reo confesso, è stato incriminato per furto aggravato e maltrattamento di animali.

«A seguito del sopralluogo, abbiamo identificato tre cavalli giovani regolarmente microchippati e in buona salute», racconta Riccardo Zingaro. «Gli animali erano stati dislocati in tre diverse stalle nella provincia di Ragusa, presumibilmente all’indomani della identificazione del soggetto. I tre cavalli sono intestati alla moglie del reo confesso. Abbiamo anche trovato tre cuccioli di jack russell senza microchip detenuti in ambientei non compatibile con le normative, come attestato dall’Asp veterinaria».

L’attenzione del Nucleo delle guardie zoofile dell’Oipa di Ragusa sarà estesa nei prossimi giorni anche ad altri soggetti indagati a vario titolo nella vicenda, al fine di richiedere tramite le autorità competenti l’assoluto divieto di possesso di animali per reati connessi.

L’Oipa si costituirà parte civile nel procedimento che seguirà alla barbara uccisione di un pony e ribadisce la necessità di un inasprimento delle pene per i reati di cui siano vittime gli animali anzitutto per l’esigenza di una loro piena tutela, ma anche perché studi scientifici attestano la correlazione tra la crudeltà sugli animali e la più generale pericolosità sociale di chi la commette.

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