Dalla celebre ex fabbrica di mobili Liberty, a due degli edifici progettati da Ernesto Basile. Quando la grandezza dei Florio, nella Belle époque palermitana, rese la Sicilia centro d’Europa
Percorso: Ex Capannoni Ducrot (oggi Cantieri Culturali della Zisa), Villino Florio (inclusa visita), Villino Ida Basile (tappa esterna)Durata circa 3 ore – costo € 15 (bimbi 5/10 anni €10)
Per partecipare all’evento è necessario acquistare i ticket in anticipo – terradamare.org/tour-palermo-liberty
Info: 320.7672134 – 347.8948459 – eventi@terradamare.org
Dalla celebre ex fabbrica di mobili Liberty, a due degli edifici progettati da Ernesto Basile.
Quando la grandezza dei Florio, nella Belle époque palermitana, rese la Sicilia centro d’Europa
Il percorso inizierà da una lettura sulle rivoluzioni dei Cantieri culturali alla Zisa, dove venne costruita, alle spalle del celebre Castello della Zisa, una struttura per ospitare 23 capannoni industriali per la prestigiosa ditta Ducrot, produttrice di mobili Liberty. Al suo interno, venivano realizzati i mobili liberty tra i più belli d’Europa, disegnati da Ernesto Basile.
L’ascesa della ditta è da collegare, sicuramente, anche dai buoni rapporti con la famiglia Florio, personaggi che hanno reso immensa la Sicilia sia da un punto di vista artistico ma anche economico.
A pochi passi si trova il Villino Florio all’Olivuzza, un edificio immerso in uno splendido giardino, tra edifici moderni. Venne commissionato dalla ricca famiglia Florio all’architetto Ernesto Basile (1857-1932) e realizzato tra il 1899 e il 1902.
Il Basile in questo edificio, inserisci elementi decorativi originali, dalle colonnine romaniche a vivaci superfici barocche fino alle torrette cilindriche che rimandano ai castelli francesi. Negli anni ’60 un incendio doloso danneggiò buona parte degli interni, arredi, affreschi e alcuni dipinti. Oggi sono restaurati e visibili
L’ultima tappa sarà proprio la dimora dell’eccezionale architetto artista, Villino Ida Basile, progettato e costruito tra il 1903 e il 1904 e prese il nome dalla moglie “Ida Negrini di Novara” a cui Basile lo volle dedicare