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Palermo, allo Spazio Franco: Roberto Latini in Amleto + Die Fortinbrasmachine

Il genio di Roberto Latini in Amleto + Die Fortinbrasmachine

Sabato 2 aprile (h 21.15) e Domenica 3 aprile (h 19.00), in occasione dell’anniversario di questi 4 anni che cade proprio in queste settimane, allo Spazio Franco all’interno della fortunata rassegna SCENA NOSTRA- il cuore oltre agli ostacoli, il focus sulla scena contemporanea nostrana, arriva il 2ndo appuntamento organizzato in collaborazione con la Rete Latitudini che, dopo aver organizzato il tour di Saverio La Ruina, presenta uno dei più apprezzati interpreti della scena teatrale nazionale, quel Roberto Latini che con il suo Amleto + Die Fortinbrasmachine dimostra ancora una volta tutte le sue qualità attoriali, talmente uniche e particolari da attestarlo come il più eclettico e geniale attore italiano contemporaneo, vincitore di numerosi riconoscimenti anche  internazionali (tra gli altri, 2 Premi Ubu come miglior attore italiano, 3 Premi Della Critica, Premio Sipario … ecc), capace di un teatro che supera i confini tra l’essere e il sembrare, che si fa amare restituendo fascino e doti artistiche sopra la media. Un artista mai banale e raro, come raro è questo spettacolo che riscrive l’Amleto attraverso lo sguardo di Fortebraccio, il Re che nell’opera di Shakespeare arriva a tragedia conclusa e che in questo lavoro, rivalendosi dell’esperienza di riscrittura di Heiner Müller, rende il suo sguardo sublime e imperdibile nella sua particolare declinazione.

Inoltre, in occasione della sua presenza a Palermo, Roberto Latini terrà un laboratorio dal titolo WHERE IS THE SIGHT? rivolto ad attore e attrici professionisti: 3 giorni (4,5,6 aprile) in cui confrontare la propria poetica e guardarla con lo sguardo dell’altro. Le candidature per il laboratorio sono state numerosissime tanto da suggerire all’artista stesso di allargare la platea dei partecipanti. 

SINOSSI

Amleto + Die Fortinbrasmaschine è la riscrittura di una riscrittura.

Alla fine degli anni ‘70 Heiner Müller componeva un testo che era liberamente ispirato all’Amleto di Shakespeare. Oggi, tentiamo una scrittura scenica liberamente ispirata a Die Hamletmaschine di Heiner Müller. Lo facciamo tornando a Shakespeare, ad Amleto, con gli occhi di Fortebraccio, con l’architettura di Müller, su un palcoscenico sospeso tra l’essere e il sembrare. Intitoliamo a Fortebraccio il nostro sguardo sul contemporaneo, la caccia all’inquietudine nel fondo profondo del nostro centro, per riscriverci, in un momento fondamentale del nostro percorso. Ci siamo permessi il lusso del confine e abbiamo prodotto da quel centro una deriva. Una derivazione, forse; alla quale riferirci nel tempo, o che probabilmente è il frutto maturo di un tempo che già da tempo è il nostro spazio.

Di Heiner Müller conserviamo la struttura, la divisione per capitoli o ambienti e componiamo un meccanismo, un dispositivo scenico, una giostrina su cui far salire tragedia e commedia insieme.

Die Hamletmaschine è modello e ispirazione: Album di Famiglia; L’Europa delle donne; Scherzo; Pest a Buda Battaglia per la Groenlandia; Nell’attesa selvaggia, Dentro la orribile armatura, Millenni. Ci accostiamo alla potenza della sua intenzione trattandolo come un classico del nostro tempo. La riflessione metateatrale e quindi culturale e quindi politica che ci ha sempre interessato, la capacità del teatro di rivolgersi a se stesso, alla sua funzione, alla sua natura, per potersi proporre in forme mutabili, mobili, è la voce dalla quale vorremmo parlare i nostri suoni. L’Amleto è una tragedia di orfani, protagonisti e antagonisti di un tempo in cui i padri vengono a mancare. Anche Die Hamletmaschine, ormai, da figlio è diventato padre. Questo ha a che fare con la nostra generazione, da Pasolini in poi, con la distanza che misura condizione e divenire, con il vuoto e la sua stessa sensazione. Siamo Fortebraccio, figlio, straniero, estraneo e sopravvissuto e arrivando in scena quando il resto è silenzio, domandiamo: “Where is this sight?”

BIO ROBERTO LATINI

Attore, autore, regista, si è formato a Roma presso Il Mulino di Fiora, Studio di Recitazione e di ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, diplomandosi nel 1992. Fondatore negli anni delle compagnie Teatro Es, Clessidra Treatro, è il fondatore di Fortebraccio Teatro, compagnia riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali dal 1999 al 2018.

Si è laureato discutendo una tesi in Metodologia e Critica dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Tra gli altri, ha ricevuto il Premio Sipario nell’edizione 2011 per Noosfera Lucignolo, il Premio Ubu 2014 come Miglior Attore per il ruolo di Arlecchino ne Il servitore di due padroni, regia di Antonio Latella, il Premio della Critica nel 2015 per I giganti della montagna e il Premio Ubu 2017 come Miglior Attore per Cantico dei cantici. Da alcuni anni incontra attrici e attori attraverso laboratori intitolati “l’attore senza spettacolo” e “where is this sight?” . Ha diretto il Teatro San Martino di Bologna dal 2007 al 2012.

Tra i suoi titoli più recenti, Mangiafoco (2019, drammaturgia, regia e interpretazione), In exitu di Giovanni Testori (2019, diretto e interpretato), Sei. E dunque perché si fa meraviglia di noi? da Luigi Pirandello (drammaturgia e regia), ll teatro comico di Carlo Goldoni (produzione Piccolo Teatro di Milano) tutti e due del 2018, Quartett di Heiner Müller (regia), Cantico dei cantici (adattato, diretto e interpretato), entrambi del 2017; Amleto + Die Fortinbrasmaschine, da William Shakespeare e Heiner Müller (diretto e interpretato), 2016; Metamorfosi (di forme mutate in corpi nuovi) da Ovidio (diretto e interpretato), 2015; I giganti della montagna di Luigi Pirandello (diretto e interpretato), 2014; Il servitore di due padroni da Carlo Goldoni, di Ken Ponzio, regia di Antonio Latella e Noosfera Museum (scritto, diretto e interpretato), tutti e due del 2013; Scene di Woyzeck di Georg Büchner / Alban Berg, regia di Federico Tiezzi, Seppure voleste colpire (scritto, diretto e interpretato) e Ubu Roi di Alfred Jarry (diretto e interpretato), tutti del 2012; Noosfera Titanic (scritto, diretto e interpretato), 2011; Noosfera Lucignolo (scritto, diretto e interpretato) e L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello (diretto e interpretato), entrambi del 2010.

CREDITI 

AMLETO + DIE FORTINBRASMASCHINE
di e con Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti
luci e tecnica Max Mugnai

drammaturgia Roberto Latini, Barbara Weigel
regia Roberto Latini

movimenti di scena Marco Mencacci, Federico Lepri, Lorenzo Martinelli
organizzazione Nicole Arbelli
foto Fabio Lovino

produzione Fortebraccio Teatro


in collaborazione con L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, ATER Circuito Regionale Multidisciplinare – Teatro Comunale Laura Betti, Fondazione Orizzonti d’Arte
con il contributo di MiBACT e Regione Emilia-Romagna

DOVE: 

SPAZIO FRANCO–Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, Via Paolo Gili, 4 

QUANDO:

Sabato 2 aprile – h 21.15 

Domenica 3 aprile  – h 19.00 

NB: La partecipazione agli eventi richiede l’esibizione del super green pass dai 12 anni in su. 

L’ingresso agli spettacoli è di 8,00€ 

I biglietti sono acquistabili dal sito www.spaziofranco.com o al botteghino dalle h 20.00

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