“La mia leadership in Forza Italia è stata messa in discussione? Accade dal 1995.
Ma siamo in un partito che definivamo dittatoriale a base anarchica e c’è Berlusconi: quindi non possono esserci correnti di alcun tipo”.
Gianfranco Micciché reagisce così alle vicende interne a Fi che hanno rivelato in Sicilia alcune fratture. Tre assessori regionali e sette deputati su 13 all’Assemblea regionale avevano contestato Micciché e la sua linea in vista della campagna elettorale per le regionali e per le comunali di Palermo.
Nel confronto interno è intervenuta con un ruolo di mediazione Licia Ronzulli inviata dal partito per recuperare le lacerazioni. Ora Micciché considera i contrasti superati. Dopo l’inaugurazione a Palazzo Reale della mostre di Steve McCurry sulle donne afghane ha detto: “Ribadisco che nel partito non esistono correnti. Da parte di qualcuno tra i più giovani c’è l’immaginazione che prima o poi sarà lui a comandare. E così periodicamente e con alleanze variabili, a seconda di chi in quel momento è scontento, lo si va a chiamare e si attuano questo tipo di attacchi. Credo che debbano avere l’intelligenza di avere pazienza”.
Micciché assicura anche di avere buoni rapporti con Licia Ronzulli: “Non avevo con lei grandi rapporti ma dopo la venuta in Sicilia ha potuto rendersi conto di quale sia la realtà. Così mi sono ritrovata un’alleata. È la conferma che in Forza Italia non ci sono correnti”.