Memorie di “Gattopardi siciliani”, la vita di colti ed eccentrici aristocratici di un tempo altro, uno scenario fiabesco quale sottofondo e una realtà metafisica che si sovrappone alla quotidianità. Sono questi i principali elementi di “Bonjour Casimiro”, il libro di Alberto Samonà, pubblicato da Rubbettino, che sarà presentato venerdì 25 marzo, alle 18 a Villa Palagonia, a Bagheria.
La presentazione, promossa dalla Società Dante Alighieri Comitato di Palermo, vedrà la presenza di Domenica Perrone, Professore Associato di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università di Palermo e presidente del Comitato di Palermo della Società Dante Aligihieri, di Alba Castello docente a contratto del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’ateneo palermitano e di Mariel Piccolo di Calanovella. L’ingresso è gratuito nel rispetto delle norme anticovid, con prenotazione all’indirizzo s.dantealighieripalermo@gmail.com .
Il volume consegna ai lettori il mondo dei baroni di Calanovella, con in testa Casimiro Piccolo, fotografo e pittore che, a partire da un certo momento, insieme alla madre Teresa Mastrogiovanni Tasca, al fratello poeta Lucio Piccolo e alla sorella Agata Giovanna, legò la sua vita in modo indissolubile alla villa di famiglia sulle colline di Capo d’Orlando. Qui, dai primi anni Trenta, si svolse l’esistenza di questi aristocratici dalla forte vena creativa, allontanatisi dalle mondanità cittadine di quella Palermo che abbandonarono per sempre per non farvi più ritorno.
Lasciatisi alle spalle salotti e circoli nobiliari, i quattro scelsero la “solitudine” della campagna a ridosso dei Nebrodi, che li accompagnerà quasi come musa silente fino alla fine dei loro giorni: quelle stesse atmosfere familiari nelle quali si immergeva spesso anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino dei Piccolo, che amava trascorrere lunghi soggiorni proprio nella Villa Piccolo di Capo d’Orlando, per ritrovare in questo luogo ulteriori spunti per il suo capolavoro “Il Gattopardo”.
“Bonjour Casimiro” non si configura come un romanzo classico, ma unisce in sé diversi stili e forme ora più narrative e fantastiche, ora storiche e descrittive – corroborate dalla presenza di una bibliografia finale di riferimento – assumendo in alcune parti le sembianze di un saggio storico e, in altre, di un racconto visionario. Il libro ha come sottotitolo “Il barone e la villa fatata” e richiama in più parti il mondo dell’aristocrazia di fine Ottocento e dei primi del Novecento, in un’epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali. Eppure, le atmosfere narrate nelle pagine di Samonà oltrepassano in certa misura la storia, perché rimandano a miti lontani e alla vita di personaggi sospesi fra modernità e dimensioni metafisiche. Il tutto, incastonato in una trama narrativa contemporanea che fa tornare sempre il lettore all’attualità e ai tempi di oggi, seppur plasmati dal gioco narrativo.
Alberto Samonà, scrittore e giornalista, ha al suo attivo diversi romanzi e saggi, oltre a testi di narrazione. Suoi scritti sono inseriti in diversi volumi e pubblicazioni scientifiche. Da maggio 2020 è assessore della Regione Siciliana con delega a Beni Culturali e Identità Siciliana, anche se il libro è stato scritto nel periodo immediatamente precedente, quello del cosiddetto “primo lockdown” .