“Dimissioni di Ferlisi una doccia fredda, ma non si può lasciare allo sbando la partecipata”
“Le dimissioni del presidente della Seus, Calogero Ferlisi, da poco tempo nominato, per i lavoratori sono state una vera e propria doccia fredda. Un gesto allarmante alla luce del fatto che questo nuovo vertice era stato ripristinato dopo diversi mesi in cui la partecipata è rimasta senza guida e che, oggi, lascia improvvisamente un cantiere aperto ed in evoluzione. Siamo enormemente preoccupati, infatti, perché oltre alla normale amministrazione come il regolare pagamento degli stipendi (non c’è materialmente chi firma i bonifici per i dipendenti) ed il completamento dell’organizzazione con l’insediamento di un direttore generale e del collegio dei revisori dei conti, si è interrotto il processo di necessaria revisione del contratto di servizio con la Regione Siciliana, già prorogato diverse volte ed in scadenza il 30 aprile. Ancora peggio perché siamo in alto mare sull’esecuzione integrale del contratto di lavoro che, pur essendo scaduto da 14 anni ed in fase di rinnovo, non è stato correttamente corredato dai necessari accordi di secondo livello. Non è accettabile che una società con oltre 3 mila dipendenti, che si occupa di un settore imprescindibile nell’ambito sanitario, salvando vite umane, sia lasciata allo sbando in questo modo. Il presidente della Regione siciliana e l’assessore regionale della Salute hanno il dovere di attivarsi immediatamente per sanare questo ulteriore vulnus che, di fatto, blocca nuovamente la più importante partecipata siciliana. E ci auguriamo lo facciano prima della scadenza del termine per le nomine fissato dall’emendamento approvato martedì sera dall’Assemblea regionale siciliana, perché la Seus e i suoi lavoratori non si possono permettere per la seconda volta in pochi mesi di rimanere a lungo senza il presidente e gli organi di gestione societaria.” Lo dicono Carmelo Urzì, segretario regionale della federazione Ugl Salute Sicilia, e il responsabile regionale del coordinamento emergenza – urgenza della Ugl, Giovanni Ferraro.