A pochi giorni di distanza dalla proclamazione ufficiale del nostro sciopero, previsto per il prossimo 8 aprile, apprendiamo con soddisfazione, da parte dell’ARAN, nel delicato percorso della trattativa contrattuale, la tanto attesa decisione di lavorare per dare riscontro positivo all’ assegnazione di incarichi di funzione ai professionisti della salute (sul modello di quanto accade già per la dirigenza medica). Stiamo parlando di incarichi che “dovrebbero” arrivare per i professionisti, indipendentemente dalla discrezionalità aziendale, o per lo meno è questo ciò che aspettiamo.
Un passaggio che, se confermato, possiamo definire decisivo, dal momento che finalmente, come da noi richiesto sin dalla piattaforma che presentammo ad inizio delle trattative , si assegnerebbero, ma ripetiamo che il condizionale è d’obbligo fino al termine di questa querelle, incarichi di funzione, sulla via di quanto accade per i medici, e che costituirebbero un concreto riconoscimento, in questo caso della professionalità e dell’alta qualificazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, e ciò dovrebbe realizzarsi indipendentemente dal possesso di titoli di studio, che invece potranno essere valorizzati differentemente.
Siamo di fronte, come negarlo, ad una evoluzione, in questa complessa trattativa, legata all’indispensabile percorso di valorizzazione degli infermieri, che rappresenta uno dei leit motiv assoluti delle nostre battaglie, bisogna ancora approfondire alcuni importanti aspetti della parte economica.
Il secondo punto fondamentale di questa giornata di trattative è l’avvenuta apertura da parte dell’ARAN, anche qui a distanza di un giorno dalla proclamazione del nostro sciopero, alla nostra richiesta di prevedere meccanismi alternativi rispetto a quelli ipotizzati nella precedente bozza, che consentano una reale progressione di carriera proprio per quegli infermieri e gli altri operatori sanitari che, inseriti nell’area D, resterebbero confinati a tale livello, mentre tutti gli altri potrebbero, secondo le bozze sottoposte precedentemente, muoversi tra le fasce sottostanti.
Quanto sopra, oggetto di nostre specifiche richieste e contestazioni (si leggano i nostri precedenti comunicati) è riuscito a coagulare l’attenzione di tutte le OO.SS. presenti al tavolo. Siamo ben felici di cominciare a vedere concretizzati i nostri sforzi. Iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel, anche se con riserva di leggere come verrà declinato per iscritto, quello che ci è stato indicato solo oralmente.
«Cominciamo ad arrivare le risposte alle nostre richieste, sulla strada della valorizzazione delle categorie sanitarie , non c’è dubbio, esordisce soddisfatto il Presidente del Nursing Up, Antonio De Palma. Da una parte l’assegnazione degli incarichi di funzione e la previsione di un percorso di evoluzione nell’area D per i sanitari che rischiano di restare bloccati a tale livello, che rappresenta finalmente il segnale della concreta volontà di abbattere le storiche sperequazioni che esistono con il personale medico. Dall’altra il dare finalmente un senso alla creazione di un vero e proprio Ruolo infermieristico e sanitario, per il quale ci siamo tanto battuti, e che rappresenta un aspetto importante di quanto l’ARAN sembra aver accolto, legato al riconoscimento del ruolo contrattuale degli infermieri».
Ancora dubbi per quanto riguarda il metodo di calcolo dei nuovi stipendi. Ci è stato anticipato verbalmente – ma attendiamo ancora di avere i documenti alla mano che lo confermino – un “aumento medio di 102 euro mensili” moltiplicato per 13 mensilità. L’elemento perequativo pesa circa 14 euro. A tale aumento medio di cui parla l’ARAN, che si suppone sia destinato a tutti i dipendenti del comparto, andrebbero poi aggiunti:
– una percentuale dello 0,55/ monte salari, a seguito degli stanziamenti della legge di bilancio 2022, destinata ai nuovi ordinamenti contrattuali ( percentuale che, tuttavia, necessita ancora di uno specifico atto di indirizzo )
– una percentuale dello 0.22 /monte salari, a seguito degli stanziamenti della legge di bilancio 2022, destinata ai fondi (percentuale che, tuttavia, necessita di specifico atto di indirizzo )
– l’indennità di specificità infermieristica
– l’indennità di tutela del malato (per le altre professioni sanitarie)
– l’indennità per il personale dei pronto soccorsi
Il totale di tutte queste voci, sempre secondo l’ARAN, porterebbe ad un aumento medio, complessivo di euro 174 euro mensili.
Tuttavia, proprio riguardo alla singolarità del metodo utilizzato, un punto di riflessione è d’obbligo. In particolare , ai fini della media effettuata sulla base del cumulo, tra loro, di risorse destinate alla generalità dei dipendenti con quelle, invece, destinate esclusivamente a specifiche categorie.
Insomma, è evidente che tutti possono maneggiare le medie matematiche a seconda dei casi, così come è noto a tutti che i risultati di tali medie dipendano proprio dai valori numerici considerati, che possono spostare percentuali verso l’alto, o verso il basso, in base a come torna più utile far risultare.
Ciò posto, chi vuole usare la media aritmetica per avere la mera soddisfazione di alzare la percentuale verso l’alto lo faccia pure, ma resta il fatto che senza congrue risorse aggiuntive gli stipendi non cresceranno! E’ evidente che, per le professioni sanitarie, l’aumento di stipendio rispetto agli altri dipendenti del comparto, sarà dovuto esclusivamente alle tre indennità specifiche create da leggi pregresse, quindi non dal contratto in discussione, che invece ha l’unico scopo di distribuirle, e che quindi non andrebbero considerate tra i valori numerici che fanno la media.
Alla fine dei giochi, sempre con riserva di doverosi approfondimenti, a noi pare che, tolte le indennità specifiche degli infermieri, si torna ad un aumento generalizzato di 102 euro medi al mese per 13, e che le esigue risorse aggiuntive previste dalla legge di bilancio 2022 (che però necessitano ancora di atti di indirizzo), non potranno che incrementare il predetto importo di 102 euro medi mensili soltanto di pochi euro .
Positivo il fatto che, l’Aran parrebbe disposta a convogliare, ma anche questo potremo confermarlo solo quando avremo documenti scritti alla mano, la maggior parte delle risorse del contratto sul trattamento fondamentale , lasciando solo lo 0,22% su quello variabile.
In questo senso, e sulla scia di tale apertura, noi di Nursing Up abbiamo chiesto che , per quanto attiene alla quota dello 0.22% vadano comunque riviste le indennità, in un discorso di equilibrio e compensazione tra le stesse, privilegiando maggiormente le indennità legate alle condizioni di lavoro che richiedono maggiori responsabilità e/o impegno come, solo come esempio, ‘indennità oraria notturna (si pensi agli inqualificabili 26 centesimi di aumento ipotizzati), e quella di pronta disponibilità (poco meno di 1 euro) etc. etc.
Abbiamo ribadito, inoltre, quanto già richiesto in occasione della precedente seduta, e cioè di eliminare quella norma ipotizzata, e che purtroppo ci portiamo quasi come una infausta eredità dal precedente contratto, che consente di non retribuire lo straordinario a chi è assegnatario di una indennità per alcune tipologie di incarico. Non possiamo accettare il gioco di chi ci concede una cosa per togliercene un’altra. Lo straordinario è un istituto importante per le professioni sanitarie, e questo metodo può diventare estremamente anti economico per i dipendenti interessati.
«In conclusione, dice De Palma, potremmo trovarci di fronte a un notevole passo in avanti rispetto al recente passato. Finalmente sembrano arrivare risposte concrete alle nostre richieste. Il nostro impegno profuso, le nostre battaglie per il bene degli infermieri cominciano ad assumere un senso agli occhi di chi, con il nuovo contratto, è chiamato a decidere del nostro futuro. Non possiamo che attendere di verificare che tutto quello che ci è stato annunciato oralmente abbia un concreto seguito, con le ovvie riserve sulla parte economica. Su queste basi abbiamo confermato che siamo pronti al confronto. Nel frattempo, tutto ciò di cui si è parlato al tavolo dovrà tradursi in norme scritte, che siano in grado di sancire ciò che noi chiediamo, e quindi un contratto idoneo a porre le basi per una nuova storia degli infermieri e dei professionisti sanitari italiani».