Quindici anni fa, nel marzo del 2002, Massimo Santo Gallo scomparve nel nulla durante la guerra di mafia di Francofonte (CT) che vide contrapposte la famiglia dei Nardo attivi a Lentini a quella dei Campailla, clan operante a Scordia, nel catanese. La Direzione distrettuale antimafia di Catania ha dato mandato al comando provinciale dei carabinieri di Siracusa di eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 44enne Michele D’Avola e il 47enne Fabrizio Iachininoto, entrambi accusati di aver sequestrato e poi torturato ed ucciso Massimo Santo Gallo all’epoca dei fatti, 38enne. Massimo Santo era fratello del latitante Vincenzo Gallo, ritenuto uno dei componenti del commando che nel 2001 uccise un affiliato dei Nardo, Antonino Mailla. Nella ricostruzione degli inquirenti, il delitto di Massimo Santo Gallo, la cui scomparsa venne denunciata dal padre il 23 marzo 2002, maturò nell’ambito dell’affermazione del controllo del territorio fortemente voluto dai Nardo. Gallo uscì da casa il pomeriggio del 22 marzo del 2002 per non farvi più ritorno. Venne torturato per sapere dove si nascondesse il fratello latitante. Il cadavere non è mai stato rinvenuto trattandosi di un caso di lupara bianca. D’Avola, raggiunto dal mandato, si trova già in carcere a L’Aquila, in regime di 41bis, mentre Iachininoto era in stato di libertà ed è ritenuto uno dei killer più efferati del gruppo mafioso.