Ci siamo chiesti se la lunga crisi sociale, culturale ed economica che ci attanaglia e che spacca le famiglie, spopola il territorio, sgretola usi e costumi insieme a strade e case discenda da ragioni ambientali, da inclinazioni e incapacità della popolazione, o dalle scelte della politica.Abbiamo una nostra certezza: è sicuramente figlia del prevalere nella politica, da troppo tempo, di interessi territoriali antagonisti alle ragioni della Sicilia e del Mezzogiorno, interessi che sono divenuti cultura e costume diffuso.Ci siamo chiesti ancora: questa condizione di vita è oramai incontrovertibile?
La passione ci suggerisce di no e ci spinge a rompere l’assedio, la ragione ci induce a dubitare che il trionfo di Davide su Golia possa ripetersi, i troppi lustri di amarezze fanno prevalere uno scetticismo di resa.Consapevoli di ciò ma forti di un intenso percorso di approfondimento con i vari momenti della realtà sociale ed economica siciliana, ci dichiariamo convinti di una possibile svolta favorita anche da interessi oggettivi legati alla nuova centralità del Mediterraneo, nel quale la Sicilia è da sempre il naturale e indispensabile punto di raccordo.All’Europa, all’Italia ma anche ad una molteplicità di popoli ed economie oggi serve una Sicilia che riassuma forza propulsiva, proponendosi con i suoi porti, il suo territorio e la sua cultura, come luogo di incontro e di scambio per la crescita del benessere e della pace. Assieme alla Sicilia l’intero Mezzogiorno può accettare questa grande sfida potendo divenire una unica, grande e ricca piattaforma che, se unita a sistema, renderà più forte la domanda di trasformazione degli equilibri italiani.
In Sicilia si terranno i primi appuntamenti capaci di segnare una svolta: in primavera a Palermo per le elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale, in tutta l’Isola, in autunno, per l’elezione del Presidente della Regione e dell’Assemblea, appuntamenti nei quali la città di Palermo dovrà proporsi come una delle capitali del Mediterraneo uscendo dalla mediocrità e dalla decadenza, mentre la Regione Siciliana come motore del riscatto dell’intero Mezzogiorno.Un Mezzogiorno che può rappresentare l’occasione per una nuova e grande espansione economica utile a tutto il Paese in una “Italia capovolta” che,invece di aggrapparsi alla Alpi, giocherà il suo ruolo di leader nel Mediterraneo.Con queste convinzioni oggi lanciamo un appello a tutti i siciliani per un apporto di presenza e di scienza in una svolta che apra nuovi orizzonti, svolta che inizia sottoscrivendo l’appello al di là di religioni o partiti di appartenenza.Eguale appello lanciamo a tutti i cittadini del Mezzogiorno che condividono con i siciliani il dramma sociale, convinti che dal risultato dei confronti elettorali siciliani si potranno trarre le motivazioni per una svolta nazionale. Da oggi, a lavoro, per unire i siciliani e andare ad una grande assemblea di incontro e di “partenza” dove ci auguriamo di arrivare molti e forti con accanto, non solo idealmente, l’intero Mezzogiorno.