Ifinanzieri del Comando Provinciale di Catania questa mattina hanno eseguito un sequestro preventivo emesso dal tribunale di Ragusa per oltre 30 milioni di euro nei confronti di Rosario D’Agosta, classe ’53 di Vittoria (RG), ritenuto contiguo a “Cosa Nostra” catanese dopo un’iniziale affiliazione alla “Stidda”.
Secondo gli inquirenti, il patrimonio accumulato dal D’Agosta negli ultimi 20 anni, deriva dalla monopolizzazione, del settore della commercializzazione e installazione degli
apparecchi da gioco “truccati” nel territorio vittoriese, affare che avrebbe consentito di riciclare danaro “sporco”.
La contiguità di Rosario D’Agosta a “Cosa Nostra” emerge a seguito della sua condanna in primo grado, nel 2015, a 5 anni di reclusione per il tentato omicidio nel 2009 di Giuseppe Doilo (appartenente alla Stidda). La vicenda segnava un momento di tensione tra fazioni opposte tra rappresentanti di “Stidda” e “Cosa Nostra”, culminato nell’azione di Rosario D’Agosta che non esitava a sparare diversi colpi di pistola verso la vittima per poi essere provvidenzialmente bloccato da altri presenti prima che riuscisse a colpire mortalmente Doilo. Altra vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il D’Agosta è la minaccia da questi rivolta nel 2014 a un collaboratore di giustizia (“… fermati che te la devo far pagare … ti devo uccidere”), in relazione alla quale il Tribunale di Catania, con sentenza del novembre 2016, lo ha condannato a mesi 6 di reclusione per minaccia aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini patrimoniali dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania – condotte anche con l’ausilio del sofisticato software “Molecola”, sviluppato dalla Guardia di Finanza per l’acquisizione massiva e l’analisi di tutte le informazioni rilevabili dalle numerose banche dati – hanno abbracciato l’arco temporale che va dal 1991 al 2015. I complessi accertamenti supportati anche da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati dal nucleo familiare di D’Agosta e le sue acquisizioni immobiliari. In più, in ben 12 anni su 25 controllati, la famiglia D’Agosta non ha dichiarato alcun reddito al Fisco.
Il patrimonio accumulato illecitamente è costituito da 61 immobili (appartamenti, garage, magazzini, attività commerciali e terreni) ubicate tra Vittoria (59 unità) e Ragusa (2 immobili), tra le quali spicca una villetta sul mare a Scoglitti (RG), nonché da ulteriori 6 unità immobiliari (3 appartamenti con annessi 3 garage) nei comuni di Caravate e Cocquio-Trevisago (Varese) e 5 autovetture.