lunedì, Novembre 25, 2024
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Emergenza cinghiali, danni per 200 milioni l’anno all’agricoltura

Oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato dal vivo un cinghiale con gli animali selvatici che dalle campagne hanno invaso città e luoghi di villeggiatura, tanto da diventare ormai ospiti fissi del paesaggio urbano. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti sull`emergenza cinghiali in Italia, presentata in occasione del blitz in piazza Montecitorio e nelle principali città italiane di migliaia di agricoltori, allevatori, pastori oltre a cittadini e rappresentanti delle istituzioni. Una delegazione di Coldiretti ha avuto la possibilità di portare le ragioni del proprio disagio al premier Mario Draghi per un confronto sull’emergenza cinghiali.

Un’annosa questione quella dell’emergenza cinghiali che registra un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti. Un bilancio nell’anno del Covid annunciato dalla stessa organizzazione degli agricoltori. Con l’emergenza Covid, infatti, che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano, con un aumento del 15%, i cinghiali che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia. Secondo la Coldiretti, i branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone. In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute.

C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi – evidenzia ancora la Coldiretti – li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura. La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.

A questo punto, l’organizzazione di categoria chiede le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinché gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; le carni degli animali vengano destinate alla beneficenza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto ‘competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza’.

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