Tornano in campo i Paladini di Francia. In diretta streaming L’albero della memoria di Faeta e il museo
dei “serpari”. Da Catania a Noto un omaggio alle donne dell’Opira con la mostra sulla famiglia Napoli
I pupi del Museo Pasqualino si riprendono la scena
Tornano, ogni giorno, gli spettacoli tratti dalla “Storia dei paladini di Francia” di Giusto Lodico. Gli appuntamenti sono ogni lunedì alle 11 e da martedì a sabato alle 17.
Proclamata nel 2001 dall’Unesco “Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”, l’Opera dei pupi è il teatro tradizionale siciliano delle marionette risalente al 1800. Con i suoi spettacoli coinvolgeva quotidianamente il pubblico in lunghi cicli incentrati sulle avventure dei Paladini di Francia.
Nel racconto di Carlomagno, Orlando e Rinaldo, diversi temi si intrecciano intorno alla guerra tra cristiani e dei saraceni. Sulla scia di una tradizione bicentenaria, gli spettacoli messi in scena riproporranno alcuni dei principali episodi della Storia dei paladini di Francia di Giusto Lodico. Sul palco, dunque, insieme a Carlomagno e a una folta schiera di guerrieri, Angelica, il negromante Malagigi e tanti altri personaggi, capaci ancora di sorprendere il pubblico con prodigi, magie e colpi di scena.
Biglietto: € 10.00 (intero) – € 8.00 (ridotto)
Prenotazione obbligatoria al numero 091.32 80 60
Capienza massima: 30 persone
Conferenza “Per un modello siciliano
dei parchi archeologici”, partecipa Rosario Perricone
Anche il direttore del Museo Pasqualino, Rosario Perricone, sarà presente alla conferenza “Per un modello siciliano dei parchi archeologici: no ai politici al posto dei tecnici”, domani, lunedì 21 giugno, dalle 17.30 allo Spazio mediterraneo dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Perricone parteciperà con un intervento di antropologia del patrimonio materiale e immateriale applicato al caso dei parchi archeologici siciliani.
Libri: Francesco Faeta e il suo Albero della memoria
Nuovo appuntamento con il ciclo di presentazioni delle Edizioni Museo Pasqualino.
Martedì 22 giugno alle 18 in diretta streaming dalla pagina Facebook e Youtube del Museo sarà presentato il libro L’albero della memoria. Scritture e immagini di Francesco Faeta.
Interverranno Pietro Clemente (Università di Firenze), Francesco Faeta (Università di Messina), Giordana Charuty (Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi). Modererà Rosario Perricone (direttore delle Edizioni Museo Pasqualino).
Link per la diretta:
https://www.facebook.com/MuseoMarionette
www.youtube.com/channel/UCB4FEyRenKlkSNrgVi-SCkw
Il libro
Per oltre quarant’anni, l’intera durata della sua esperienza scientifica e accademica, Francesco Faeta ha redatto note dedicate ad aspetti salienti della sua ricerca e a snodi centrali della vicenda sociale e del percorso intellettuale contemporaneo. Spesso la scrittura si è accompagnata alle fotografie, a volte da lui eseguite nel corso del suo girovagare per il mondo o nell’ambito dei progetti d’indagine cui ha dedicato attenzione, altre volte realizzate da amici, compagni di strada, venerati o ignoti autori. Dalla scelta antologica di tale esteso lavoro, attraverso una scrittura di elevata qualità letteraria e fotografie di puntuale efficacia comunicativa, scaturisce un complesso ritratto d’autore, una serrata rassegna di personaggi di rilievo della scena culturale odierna, un illuminante backstage di un peculiare approccio alla realtà (quello antropologico), una vigile coscienza critica, un amaro affresco di un’epoca, in anni di caotica e contraddittoria regressione della società occidentale.
Il volume è corredato da fotografie di Roberto Bossaglia, Gianfranco Donadio, Federico Faeta, Francesco Faeta, Giacomo Daniele Fragapane, Fausto Giaccone, Marina Malabotti, Ugo Mulas, L. Neyret, Ernesto Treccani, Arturo Zavattini (e di qualche altro anonimo autore).
I musei della restanza, la festa dei “Serpari”
Una collezione atipica e affascinante, un richiamo forte alla tradizione. Nuovo appuntamento, giovedì 24 giugno alle 17 in streaming,con il ciclo di seminari online “I musei della restanza. Il museo come strumento di partecipazione, conoscenza, salvaguardia e promozione dei territori” organizzato, nell’ambito del seminario permanente “Etnografie del contemporaneo”, dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino in collaborazione con la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SIMBDEA) e l’International Council of Museums (ICOM Italia).
In questa occasione, Lia Giancristofaro parlerà del Museo della “festa dei Serpari” di Cocullo (AQ): una “restanza” patrimoniale e collaborativa.
Il seminario sarà liberamente fruibile sulla pagina Facebook, sul canale Youtube del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e su ZOOM al link: https://zoom.us/meeting/register/tJcoce2upj4jHtSG2DO7rwTk3r4TJkjX9qqX .
Le tradizioni locali possono diventare un’opportunità di cambiamento per un villaggio che è vicino al collasso demografico? Qual è il ruolo dell’antropologia culturale e degli studi culturali in questo contesto?
A Cocullo (AQ), nell’Abruzzo montano, nel pieno della crisi socio-economica, la possibilità di un’iscrizione alle liste Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ha creato un processo di cooperazione che si snoda tra poetiche della “restanza”, nuove visioni del territorio e valori rinnovatori del patrimonio locale secondo un’ottica universalistica e globale.
Il processo è il frutto della quarantennale alleanza tra la comunità scientifica degli antropologi e la comunità locale che, andando in controtendenza, ha investito le sue risorse nello studio e nella riflessione sulla più emblematica delle sue tradizioni, cioè il rituale di San Domenico Abate, il patrono dei paesi che da almeno quattro secoli viene associato ai serpenti e a precedenti culti ofidici. Attraverso una narrazione etnografica che ripercorre l’attività di patrimonializzazione, l’intervento illustra il caso operativo di una antica rete di paesi che si ritrova intorno a valori di collaborazione e di rispetto per l’ambiente.
Lia Giancristofaro, docteur d’études approfondies (EHESS, Parigi) e PhD, è professore associato di Antropologia Culturale presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Si occupa di heritage studies, diritti culturali, etnologia dell’Europa, antropologia del patrimonio letterario. Ha coordinato progetti di ricerca in Europa, Nordafrica, Canada, USA e Argentina. Ha fatto parte di vari collegi di dottorato e di corsi di specializzazione nelle scienze sociali ed etnoantropologiche, in Italia e all’estero. Dal 2000 dirige la “Rivista Abruzzese”, rassegna di cultura fondata nel 1948.
Mostre, la Famiglia Napoli (e le donne dell’Opera
dei pupi catanese) celebrata a Noto
con il patrocinio del Museo Pasqualino
Rimarrà visitabile fino al 17 ottobre la mostra Donne, eroine e dame all’Opera dei Pupi. I cento anni della Marionettistica dei Fratelli Napoli di Catania (a cura di Alessandro Napoli), al Museo Civico di Noto (Siracusa).
Patrocinata dal Comune di Noto e dal Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo, la mostra nasce in occasione del centenario della nascita della Marionettistica dei Fratelli Napoli di Catania, fondata nel 1921 da don Gaetano Napoli.
La storica famiglia catanese fa parte delle compagnie di Opera dei pupi della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi“.
Diverse le sezioni in cui si articola la mostra: la creazione del pupo all’interno “della bottega del puparo”; i cartelli, veri e propri manifesti pubblicitari, dipinti a tempera su carta da imballaggio, distribuiti per la città al fine di comunicare e promuovere lo spettacolo; le tematiche e il repertorio dell’Opera dei Pupi; la figura della donna intesa come personaggio e come professionista nella produzione dello spettacolo in qualità di parlatrice e costumista; la messa in scena, dei fondali, delle quinte, dei costumi. Particolare attenzione è data al ruolo delle donne nella tradizione catanese dell’Opera dei pupi. Donne come personaggi delle storie rappresentate nel repertorio dei Fratelli Napoli, e quindi figure esemplari di regine, principesse ed eroine armate. Ma anche donne che prendono parte attiva nella produzione e messinscena degli spettacoli, e quindi parlatrici e costumiste.