“Sarà anche vero, come dice l’ex procuratore antimafia Piero Grasso, che con Brusca lo Stato ha vinto tre volte.
Purtroppo, è una triplice vittoria che ha un retrogusto molto amaro. Il mostro di S. Giuseppe Jato, infatti, è colui che ha confessato ben 150 omicidi e che ha premuto il telecomando a Capaci. Si capiscono bene, dunque, il dolore, la rabbia e l’amarezza dei familiari delle vittime innocenti di mafia e di tanti cittadini onesti”, dichiarano Dino Paternostro, responsabile dipartimento Legalità e Mario Ridulfo, segretario generale Cgil Palermo.
“Noi abbiamo il dovere di sottolineare che questo epilogo era ampiamente previsto. Lo prevede la legge sui collaboratori di giustizia, voluta dallo stesso Giovanni Falcone, come opportunamente ha sottolineato la sorella Maria. Non comprendiamo – aggiungono Paternostro e Ridulfo – l’indignazione di tanti esponenti della politica e delle istituzioni, che appaiono molto bravi a cavalcare l’onda populista, ma poco inclini ad assumere atteggiamenti da leali servitori dello Stato. Si ha l’impressione, infatti, che la lotta alla mafia venga ogni giorno di più derubricata a problema molto secondario nel nostro Paese. Infatti, certa politica si indigna per la scarcerazione di Brusca, ma asseconda il ripristino del massimo ribasso nelle gare d’appalto, che è stata da sempre via maestra della mafia per infiltrarsi nei lavori pubblici. Grida ‘vergogna’ per il boia di Capaci, ma non batte un colpo se nelle 270 pagine del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) la parola ‘mafia’ sta scritta una sola volta e una sola volta la parola ‘criminalità’”.
La Cgil a Palermo esprime forte preoccupazione anche a seguito dei nuovi episodi di violenza registrati a Palermo, l’aggressione nei confronti di una coppia gay e l’omicidio del figlio di un boss alla “Vucceria”.
“Meno indignazione per la scarcerazione di Brusca (ampiamente prevista), quindi, e più attenzione nel contrasto reale a Cosa Nostra e alla violenza che rischia di impedire la ripartenza dei palermitani – proseguono Paternostro e Ridulfo – Più attenzione per costruire e consolidare una ripresa che riesca a coniugare lo sviluppo economico e la giustizia sociale. Occorrono più collaboratori di giustizia per potenziare il contrasto alla mafia. E meno collaboratori di ingiustizia che operano per smontare una legislazione senza la quale la lotta alla mafia sarebbe con le armi spuntate”.